Adempimenti

Allo sport il contributo devoluto dai più ricchi

di Michela Finizio e Valentina Melis

È quello sportivo il 5 per mille che vale di più. L’importo medio più alto, assegnato per ciascuna scelta espressa dai contribuenti, è quello che va alle associazioni sportive dilettantistiche: ben 109,76 euro contro i 29,5 del contributo medio registrato in tutti i settori beneficiari.

Eppure, alla galassia di circa 9.200 Asd che svolgono «una rilevante attività di interesse sociale» vanno meno di 450mila opzioni di italiani che destinano la loro quota del 5 per mille in dichiarazione dei redditi ad associazioni specifiche o al settore in generale (sono circa 62mila le scelte generiche, cioè senza l’indicazione del codice fiscale di un ente). Un esiguo popolo di sostenitori, quello dello sport dilettantistico, rispetto ai 10,3 milioni di contribuenti che scelgono il volontariato oppure ai quasi tre milioni che optano per la ricerca scientifica e sanitaria. A determinare un valore medio così elevato, quindi, è la base reddituale di riferimento, che determina l’ammontare del contributo calcolato sull’Irpef dovuta: i donatori dello sport, in sintesi, sono mediamente più ricchi (quasi tre volte di più) degli altri.

Nel 2008, primo anno in cui le associazioni sportive dilettantistiche hanno debuttato tra i beneficiari del 5 per mille, si contavano appena 2.107 realtà negli elenchi degli ammessi. Il numero dei candidati al contributo è lievitato negli anni così come le scelte a loro destinate (+231%).

Tra le associazioni sportive che in questi anni hanno incassato di più dal 5 per mille c’è la Falcone di Napoli, iscritta tra gli elenchi dei beneficiari dal 2015, che in tre anni ha ricevuto circa 278mila euro.

A seguire si incontra il Centro Schuster di Milano, che dal 2015 però non è più presente negli elenchi dei beneficiari, e l’As.So.Ri di Foggia, che opera nel campo della disabilità dal 1981. Più di un terzo degli importi assegnati al settore, infine, viene distribuito tra associazioni sportive dilettantistiche con sede a Milano, in tutto ben 455 associazioni (il 5% del totale circa).

Tra le curiosità, il 5 per mille “sportivo” più ricco va alla Cremona sportiva atletica Arvedi che nel 2017 ha conquistato sei facoltosi contribuenti per un valore medio pari a 4.167 euro di ciascuna scelta espressa e un ammontare assegnato all’associazione di circa 25mila euro. Subito dopo si posiziona la marchigiana Junior Jesina Libertas, il cui presidente onorario è Aldo Mancini, padre dell’attuale allenatore della Nazionale di calcio italiana: l’associazione sportiva dilettantistica ha ricevuto in media oltre 2.575 euro per ciascuna delle otto opzioni espresse a suo favore tramite le dichiarazioni dei redditi 2018. A volte basta un solo donatore di spicco per incidere in modo considerevole sul valore medio della quota Irpef attribuita tramite il 5 per mille.

Un gruzzoletto arriva dal 5 per mille anche ai Comuni. Nel 2007 si contano circa 15,5 milioni destinati dai contribuenti al proprio ente locale (rileva la residenza del dichiarante), per un totale di 554.703 scelte espresse e un valore medio del contributo per singolo donatore che si aggira sui 28 euro. Sono i Comuni maggiori, ovviamente, che ottengono più fondi: Roma guida la classifica tallonata da Milano, entrambi con valori attorno a 400mila euro. Il primo Comune non capoluogo è Valdagno, in provincia di Vicenza, che ottiene ben 75mila euro da 3mila concittadini: un risultato per certi versi sorprendente, se si pensa che il municipio veneto conta una popolazione di “soli” 26mila abitanti (e quindi ancor meno contribuenti).

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