Professione

Professioni divise sui passaggi d’azienda

di Federica Micardi

I commercialisti plaudono alle semplificazioni fiscali contenute nella proposta di legge 1074 ora in commissione alla Camera. «Si tratta di un testo - commenta il presidente del Consiglio nazionale Massimo Miani - che contiene una serie di misure di sicura utilità per il sistema fiscale del nostro Paese».

Tra le novità c’è la possibilità di effettuare cessioni d’azienda, introdotta- per commercialisti e avvocati - da un emendamento (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) presentato dalla relatrice Carla Ruocco (M5S) - che attraverso un comunicato si dice «orgogliosa di portare avanti un’importante battaglia per le imprese, i contribuenti e i professionisti che lavorano al loro fianco» - e dal capogruppo della Lega in commissione Finanze, Alberto Gusmeroli. «Un esplicito riconoscimento delle capacità e qualifiche in possesso agli iscritti all’Ordine, - commenta il presidente di Aidc Andrea Ferrari - per le quali da tempo chiediamo al legislatore di introdurre nel nostro ordinamento il riconoscimento del ruolo di incaricato di pubblico servizio».

Un parere condiviso dal presidente dell’Unione giovani (Ungdcec) Daniele Virgillito: «Questa norma potrebbe rappresentare un decisivo passo verso un recupero di autorevolezza del commercialista in veste di certificatore e attestatore». Virgillito apprezza anche il passaggio dalle parole ai fatti sul fronte della semplificazione fiscale, anche se su Isa e Irap ritiene gli interventi previsti“poco incisivi”.

Le confederate Adc e Anc vedono nell’apertura alle cessioni d’azienda un apprezzamento della professione; però sottolineano che «ci sono altre proposte emendative che hanno una valenza ben più ampia» come il riordino delle scadenze fiscali, la delega comulativa e l’estensione dell’obbligo del contraddittorio.

Sulla cessione d’azienda Giovanni Liotta, presidente di Federnotai e Nicola Virgilio, vice presidente dell’Associazione italiana giovani notai, ricordano che la figura del notaio venne prevista nel 1993 per contrastare le infiltrazioini mafiose, un rischio che oggi esiste come allora. «Il notaio è una figura terza, - aggiunge Virgilio - indipendente, che monitora la correttezza delle operazioni per conto dello Stato, mentre commercialisti e avvocati sono figure di parte». Ma non è tutto. I notai fanno il 90% delle segnalazioni atiriciglaggio e di queste il 10% riguardano le cessioni d’azienda.

«Ricorrere al notaio in quanto pubblico ufficiale- aggiunge Liotta - ha permesso di tracciare i passaggi e garantirne la correttezza e ha reso attendibile il pubblico registro delle aziende, inoltre l’efficienza di questo sistema è ricosciuta a livello internazionale da Banca Mondiale, Ocse e Gafi e a livello nazionale da Dia e Autorità anticorruzione».

Non è la prima volta che si cerca di esautorare il ruolo di controllo dei notai, come ricorda Virgilio: «È un tentativo che è stato fatto nel 2015 con gli acquisti immobiliari e nel 2010 in ambito societario». Allora senza successo.

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