Imposte

Premiate solo le piccole irregolarità

di Alessandro Galimberti

Un passo importante, forse fondamentale per la riappacificazione tra i contribuenti con la passione per l'estero e il fisco nazionale, ma con un testo senz'altro perfettibile e che in sede di conversione del Dl - e prima ancora con le imminenti istruzioni dell'Ucifi - dovrà sciogliere nodi importanti.
Il varo dell'attesissimo provvedimento sulla voluntary disclosure, se da un lato dirada le incertezze createsi tra il testo dell'emendamento della legge stabilità e quello del Dl licenziato venerdì scorso, dall'altro rende evidente che il rimpatrio degli averi fuggiti alle tasse comporta una miriade di problemi, non sono solo di calcolo e di armonizzazione di testi normativi talvolta poco omogenei. Esiste per esempio un tema di bilanci societari se – come dice il procuratore generale di Roma, Luigi Ciampoli, ospite di un incontro promosso da Banca Generali – la rappresentazione in contabilità del 2012 «presuppone una preparazione avvenuta nell'esercizio precedente: mi chiedo quindi con quale criterio si valuti il reato da perseguire e quale no» . Secondo Ciampoli sono comunque da censurare le modalità di approccio del legislatore al tema disclosure («quasi chiedendo scusa agli evasori, ben diversamente da quanto è stato fatto in Germania, Gran Bretagna, Francia e Usa») e la scelta di procrastinare l'avvio del reato di autoriciclaggio «con motivazioni allegate agli atti della commissione che talvolta fanno sobbalzare, quasi non si avesse contezza di quale tipo di reati stiamo affrontando, cioè infrazioni ad altissimo disvalore sociale».
Il dibattito
Nel dibattito tra professionisti e cultori della materia fiscale/internazionale, svolto davanti ad oltre 400 professionisti, sono emersi vari altri spunti per l'armonizzazione di una procedura che, in ogni caso, è ormai guidata da un contesto internazionale che lascia pochissimo scampo alle <politiche di pianificazione fiscale aggressive>, altro modo per definire il nero internazionale. Per esempio il funzionamento delle regole dell'antiriciclaggio, sulle quali però Giuseppe Malinconico, dell'Ucifi, ha garantito ragionevolezza: «Siamo in un ambito che presuppone trasparenza e collaborazione piena, è evidente che l'utilizzo dei dati consentito dal Dlgs 231/2007 non verrà attivato per chi fa la disclosure».
La complessità dei calcoli, e prima ancora dell'individuazione soggettiva dell'ambito, è stata rimarcata da Giuseppe Corasaniti, secondo cui «quasi mai la detenzione è riferibile alla persona fisica che ha commesso la violazione; quindi è da chiarire il ruolo dei soggetti interposti e dei veicoli interposti, il calcolo dipende perciò da situazioni peculiari». Sul ruolo dell'intermediario, inoltre, l'autorizzazione del contribuente per la comunicazione dei dati fiscali all'Agenzia si contrerà spesso con il diritto dei Paesi "depositari" delle somme da emersione.
Le stime
L'operazione "rientro volontario" appare comunque imponente, considerato che le stime di Banca d'Italia evidenziano all'estero una somma di capitali esportati illecitamente che varia tra 150 e 200miliardi, di cui circa l'80% in Svizzera. ha dichiarato Stefano Grassi, direttore finanziario di Banca Generali, a margine del convegno sulla Voluntary disclosure.
Secondo Grassi può avere convenienza a rimpatriare chi «ha piccole irregolarità di dichiarazione sul quadro Rw», come ad esempio «chi ha lavorato per dieci anni in Svizzera, dove ha dichiarato regolarmente i redditi, poi è tornato in Italia e ha lasciato il conto lì senza dichiararlo». In questo caso, chiarisce, «si tratta di capitali generalmente non milionari, allora con una piccola sanzione si riuscirebbe a sanare una posizione, con un esborso economico lieve». Lo stesso può valere per coloro che hanno una "casa ereditata all'estero e quindi non tecnicamente evasori molto gravi, che, a questo punto, pagando una piccola sanzione possono regolarizzarsi". L'altra categoria di eventuali interessati per Grassi può essere rappresentata da «imprenditori che magari vogliono riportare i capitali in Italia per ricapitalizzare le loro aziende in un momento in cui l'accesso al credito è difficile. Pagheranno una certa somma ma il rischio è la confisca definitiva e delle sanzioni che sono superiori al capitale che hanno esportato».
D'altra parte, evidenzia il direttore finanziario di Banca Generali, «il contesto internazionale è totalmente cambiato, rimanere nella black list comincia ad essere costoso in termini di sanzioni». E il provvedimento, osserva, è orientato a «sfruttare questo clima». Oggi «politicamente un nuovo scudo fiscale non è praticabile».
«Si cercava di far entrare il provvedimento nella legge di stabilità, finalmente il governo ha annunciato il provvedimento sul rientro dei capitali, ma ancora vanno chiariti alcuni punti essenziali per operare delle valutazioni di sintesi sul voluntary disclosure e sui relativi costi/ benefici per il contribuente. Tutto ciò ? potuto accadere, diciamolo, per il nuovo contesto internazionale e per l'apertura sulla trasparenza della Svizzera». Lo ha detto Raoul Angelo Papotti, partner dello Studio Chiomenti, intervento al convegno organizzato da Banca Generali stamattina a Roma sulla voluntary disclosure. «La voluntary disclosure all'italiana entra nel nuovo sistema di rapporti internazionali - aggiunge Papotti -, è positivo che a giorni si terrà a Berna il forum sui rapporti fra Svizzera e Italia sul segreto bancario». Il ministro del Tesoro Saccomanni si dice possibilista sul fatto che si possa arrivare ad un accordo di scambio automatico di informazioni fra il nostro paese e gli svizzeri.
Speriamo che si faccia presto approfittando appunto del nuovo clima che esiste nel mondo.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©