Adempimenti

Conservazione elettronica: albo imprese entro luglio

di Alessandro Mastromatteo e Benedetto Santacroce

Entro luglio le imprese che erogano servizi di conservazione elettronica di documenti informatici potranno essere iscritte nell'apposito albo con l'opportunità di fornire servizi in via esclusiva alle pubbliche amministrazioni e per essere riconosciuti come tali anche a livello europeo. La buona notizia è stata data ieri all'Agenzia per l'Italia digitale da Mariapia Giovannini, responsabile del particolare processo, che in una riunione aperta alle associazioni di categoria ha svelato il percorso e la tempistica di accreditamento. Nel corso dell'incontro, Agostino Ragosa, direttore generale di Agid, ha fatto il punto su una serie di provvedimenti di imminente adozione quali le linee guida sulle regole tecniche in materia di conservazione, il fascicolo sanitario elettronico e il piano nazionale per le smart towns.
Sono state inoltre anticipate le nuove indicazioni che saranno contenute in una circolare di prossima emanazione, a integrazione del precedente documento n. 59 del 29 dicembre 2011, con termine di adeguamento fissato al prossimo 10 luglio 2014. La richiesta di iscrizione, a cui hanno già aderito 20 conservatori, può essere presentata da chi è interessato adeguandosi a un rigido disciplinare che sarà reso disponibile nei prossimi giorni sul sito di Agid e che imporrà ai conservatori il rispetto delle nuove regole tecniche contenute nel Dpcm del 3 dicembre 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 marzo scorso.
L'iscrizione all'albo dei conservatori accreditati, secondo quanto previsto dall'articolo 44-bis del Codice dell'amministrazione digitale, certifica di fatto la conformità dei processi di conservazione realizzati e adottati. Va inoltre precisato come le nuove regole in tema di sistemi di conservazione riconoscono alle Pa la facoltà di realizzare i propri sistemi di conservazione all'interno della propria struttura organizzativa oppure, se intendono esternalizzare i processi, devono affidarsi esclusivamente a conservatori accreditati. Si tratta in particolare di soggetti dotati di requisiti di qualità e sicurezza di livello tale da potere svolgere attività di conservazione nonché certificare la correttezza dei relativi processi anche quando non direttamente realizzati.
I soggetti privati devono costituirsi in società di capitali e dotarsi di un capitale sociale non inferiore a 200mila euro. I conservatori devono dimostrare di possedere l'affidabilità organizzativa, tecnica e finanziaria necessaria per svolgere attività di conservazione, utilizzando personale dotato delle conoscenze specifiche, dell'esperienza e delle competenze necessarie per i servizi forniti in grado di rispettare le norme del Cad e le relative regole tecniche. Per questi motivi, la nuova circolare Agid richiede il possesso di specifici percorsi di studio universitario ovvero di congrui periodi di attività mirata nell'ambito dei sistemi di conservazione. Si tratta di un requisito di primaria rilevanza considerando che si è in presenza non tanto e non solo di un processo informatico di acquisizione e mantenimento nel tempo di dati, documenti e informazioni a pieno valore legale, ma di un più complesso ed articolato sistema di conservazione.
Ulteriori garanzie dei sistemi accreditati risiedono nella loro affidabilità, sicurezza e gestione secondo criteri, standard e specifiche tecniche di sicurezza e di interoperabilità. La nuova circolare Agid richiederà quindi la redazione di un apposito documento relativo ai requisiti di qualità e sicurezza, da pubblicare sul sito, nonché la certificazione ISO 27001.

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