Imposte

Iva, primo via libera di Bruxelles allo split payment

di Marco Mobili

Semaforo verde all'Italia per lo split payment Iva. La Commissione europea ha proposto ieri al Consiglio di dare il via libera alla proposta italiana di applicare la scissione dei pagamenti alle forniture verso la Pa. Una misura comunque a tempo, applicabile per non più di tre anni, e non prorogabile con la quale «l'Italia intende affrontare una frode dell'Iva molto specifica». Così la portavoce del commissario con delega alla fiscalità Pierre Moscovici, Vanessa Mock, ha spiegato le ragioni che hanno portato alla decisione sulla misura adottata dall'Italia con l'ultima legge di stabilità ( legge 190/2014 ).

«Sta ora al Consiglio decidere» e trattandosi di una questione fiscale la decisione dovrà essere presa all'unanimità. Lo split payment è comunque già operativo nel nostro Paese dal 1° gennaio scorso anche se restava espressamente vincolato alla deroga della Commissione europea.

Il meccanismo prevede che al fornitore di beni o servizi venga erogato soltanto l'importo del corrispettivo pagato dalla Pa, al netto dell'Iva indicata in fattura. In sostanza l'imposta è “sottratta” alla disponibilità del fornitore e acquisita direttamente dall'Erario visto che le pubbliche amministrazioni, anche se non rivestono la qualità di soggetto passivo, dovranno versare direttamente allo Stato l'imposta sul valore aggiunto che è stata addebitata loro dai fornitori. Si tratta di un'operazione che nelle intenzioni dell'Esecutivo mira a contrastare possibili fenomeni di frode Iva. Dal contrasto all'evasione fiscale, la legge di stabilità per il 2015 prevede maggiori entrate con lo split payment pari a 988 milioni di euro.
E l'obiettivo non appare così lontano. Dai dati delle entrate tributarie dei primi quattro mesi del 2015, sotto la voce split payment il dipartimento delle Finanze ha registrato incassi per 567 milioni di euro che hanno contribuito a migliorare rispetto al 2014 l'andamento del gettito Iva (+180 milioni, pari a + 0,6%). Bruxelles ha comunque precisato che la misura consentirà all'Italia di combattere le frodi Iva che si realizzano tra i fornitori delle autorità pubbliche. La misura proposta sarà comunque temporanea: l'Italia si è, infatti, impegnata a non chiedere un rinnovo oltre il 31 dicembre 2017.

La Commissione ha così proposto che la misura scada in quella data e ha indicato che non saranno accettate estensioni. Inoltre si è dichiarata molto attenta ai problemi che questa misura può provocare alle imprese e soprattutto alla loro liquidità: «Stiamo seguendo la situazione del rimborso dell'Iva molto da vicino - ha spiegato ancora Bruxelles - In seguito all'avvio della procedura d'infrazione su questo tema, l'Italia ha riformato le sue procedure che consentiranno di rimborsare l'imposta entro tre mesi. Inoltre, l'Italia ha detto che darà priorità ai rimborsi destinati a fornitori del pubblico». Come ulteriore garanzia, è stato previsto che «l'Italia presenti un rapporto entro 18 mesi alla Commissione riguardo, in particolare, la durata media delle procedure di rimborso in base a questa misura speciale. Questo dovrebbe consentire alla Commissione di dare un seguito più rapido alla situazione italiana».

Per Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, prima di esprimere qualsiasi giudizio occorre valutare nel suo complesso l'efficacia del provvedimento. Nessuno sconto dal numero uno dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Paolo Buzzetti, secondo cui si mettono a rischio migliaia d'imprese: «Lo split payment è una misura anti-Pmi: sottrae risorse dovute alle imprese, pari a 1,3 miliardi di euro all'anno solo nelle costruzioni». Proprio l'Ance nei mesi scorsi aveva presentato una denuncia formale a Bruxelles anche a nome della Cna, evidenziando che lo split payment «è incompatibile con la direttiva europea sui pagamenti e con le misure a favore delle Pmi contenute nella legge europea conosciuta come Small business act».

Qualche spiraglio potrebbe aprirsi con il Dlgs che introduce la fatturazione elettronica tra privati. Il Senato nel dare il suo via libera ha chiesto al Governo di valutare la possibilità, in relazione all'invio dei dati Iva, di eliminare le disposizioni su reverse charge e split payment. E proprio sul fronte delega il premier Matteo Renzi ha affermato che «la prossima settimana sarà la volta dei decreti attuativi della delega fiscale e nei prossimi mesi a spron battuto sui cantieri ancora aperti della pubblica amministrazione, della giustizia civile».

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