Il decreto sulle commissioni censuarie è atteso al prossimo Cdm
Si allungano un po' i tempi per il primo decreto legislativo sulla riforma del catasto: all'ultima seduta del Consiglio dei ministri il provvedimento era assente, benché pronto da settimana dopo il recepimento di molte delle «condizioni» e osservazioni fatte dalle commissioni Finaze e Tesoro del Senato e Finanze della Camera.
Le ragioni dell'accantonamento non sono però da ricercarsi, assicurano fonti governative, nell'intenzione di rivedere il testo ma solo nel concentrarsi dell'attenzione sugli altri temi: il varo del provvedimento dovrebbe avvenire nel prossimo Consiglio dei ministri.
In ogni caso, è dato per scontato un nuovo passaggio parlamentare: il testo predisposto dal Governo, infatti, ha recepito la condizione (posta dalle commissioni) che almeno un membro delle commissioni censuarie locali (che hanno un ruolo chiave nella nascita del nuovo catasto) proverrà obbligatoriamente da quelli indicati dalle associazioni di categoria del settore immobiliare. Un membro «esperto qualificato», sempre candidato dalle associazioni, ci sarà anche nelle tre sezioni della commissione censuaria centrale. Non è stata invece accolta, tra le condizioni espresse dalle Commissioni, l'introduzione per i Comuni della possibilità di ricorrere contro le decisioni delle commissioni locali sulle metodologie di elaborazione dei prospetti delle categorie e classi degli immobili urbani e delle relative tariffe d'estimo.
Un nuovo parere delle Commissioni, quindi, sarà necessario
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