Adempimenti

Affitti brevi con il modello lombardo

di Saverio Fossati

Alle Regioni piace regolamentare l’attività turistica e negli ultimi anni sono state varate numerose norme per assegnare un codice identificativo degli immobili commercializzati tramite annunci (online o meno). Sardegna, Lombardia, Toscana e Puglia hanno già provveduto. In Lombardia, in particolare (Lr 7/2018) , è prevista anche una sanzione di 2.500 euro per l’inadempienza sul «Cir», il tutto legittimato dalla sentenza della Corte costituzionale 84/2019). Ma la delibera di giunta 280/2018, attuativa della legge 27/2015, era stata impugnata al Tar dala Pro.Loca.Tour presieduta da Fabio Diaferia, perché assimilava, sul fronte dei complessi adempimenti, gli alloggi gestiti come strutture ricettive a quelli semplicemente locati con affitti brevi, in base all’articolo 1571 del Codice civile.

Ma dal 1 gennaio 2020, annuncia Diaferia, per ottenere il Cir i locatori «Non dovranno più necessariamente dichiarare di essere gestori di una struttura ricettiva del tipo «Cav» (casa e appartamento per vacanze)». Con decreto dirigenziale n. 13056 del 17 settembre 2019, pubblicato sul Burl n. 39 di ieri, è stato infatti approvato il modulo specifico per comunicare al Comune l’offerta di alloggio per finalità turistica a titolo di locazione e chiedere il rilascio delle credenziali per l’accesso al portale Turismo 5 che a sua volta attribuisce il Cir da pubblicare negli annunci di offerta di alloggio. «Regione Lombardia - dice Diaferia - ha ritenuto che, anche a seguito della sentenza della Consulta 84/2019, fosse necessaria una specifica modulistica. Si tratta di un importantissimo risultato reso possibile anche da chi, in Regione, ha dimostrato competenza, conoscenza delle fonti, capacità di ascolto e di analisi e a cui va il nostro ringraziamento».

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