Professione

Crisi di impresa: sindaci e revisori verso il compromesso

di Marco Mobili

I dottori commercialisti vincono il primo round sui nuovi limiti all’obbligo di nomina dei sindaci e dei revisori nelle Srl che la Lega punta a riscrivere con il decreto crescita. Tra i due emendamenti presentati, infatti, il Carroccio ha segnalato tra quelli da mettere al voto subito dopo le elezioni europee quello a prima firma di Alberto Gusmeroli e che prevede un intervento più soft rispetto a quello della collega di partito Silvana Comaroli: il superamento di 4 milioni di totale dello stato patrimoniale, di 4 milioni di volume di ricavi e 20 dipendenti.

La proposta Comaroli e anticipata dal viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, innalzava in maniera decisa i parametri introdotti dalla riforma sulle crisi di impresa (decreto legislativo n. 14 del 2019). Come anticipato ed evidenziato su queste pagine (si veda il Sole 24 Ore del 17 e 18 maggio scorsi) l’intreccio dei parametri messi in campo dal Carroccio in misura così elevata avrebbe avuto come conseguenza la riduzione delle società interessate anche rispetto all’attuale versione del Codice civile, indipendentemente quindi dall’applicazione del Codice della crisi, operativo a tutti gli effetti a partire dal ferragosto del 2020. Il rischio vero sarebbe stato quello di eliminare, sul nascere, il meccanismo di allerta sulle crisi di impresa messo in campo dalla riforma.

All’indomani delle anticipazioni del Sole 24 Ore del 17 maggio scorso era stato lo stesso presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Massimo Miani a sottolineare, riferendosi all’emendamento Comaroli, che «alzando oltremisura i parametri di attivo, ricavi e dipendenti superati i quali scatta il vincolo di previsione del sindaco o del revisore», si sarebbe ridimensionato «in maniera sostanziale l’adozione del controllo interno». «Ci troveremmo di fronte al paradossale svuotamento di fatto della previsione più innovativa della riforma – spiegava allora Miani – quale l’introduzione delle misure di allerta e dunque allo snaturamento di una riforma peraltro di recentissima approvazione».

Di qui la richiesta espressa alla Lega di rispondere a chi lamenta aumenti di costi per le Srl obbligate alla nomina di revisori e sindaci con un intervento più soft e dunque con la proprosta di modifica targata Gusemroli che fissa le soglie per l’introduzione di sindaco o revisore a 4 milioni di attivo, 4 milioni di ricavi e 20 dipendenti. Una soluzione di compromesso accettabile per Miani e ora anche per la Lega che ha fatto rotta compatta sul correttivo Gusmeroli.

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