Controlli e liti

Giustizia tributaria, 12 organismi uniti «contro» la candidatura di Corte conti

di Federica Micardi

La riforma della giustizia tributaria, tornata prepotentemente sotto i riflettori dopo l’”autocandidatura della Corte dei conti”, è stata al centro dell’incontro che si è svolto oggi a Roma tra dodici diverse associazioni: Associazione magistrati tributari (Amt), Associazione nazionale commercialisti (Anc), Associazione nazionale tributaristi italiani (Anti), Associazione italiana professori diritto tributario (Aipdt), Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), Consiglio nazionale forense (Cnf), Istituto governo societario (Igs), Italia decide (I/D), Osservatorio giustizia tributaria (Ogt), Società studiosi diritto tributario (Ssdt), Unione nazionale camere avvocati tributaristi (Uncat), Osservatorio internazionale dogane accise (Oida).
«È la prima volta che tutte le sigle interessate alla riforma della giustizia tributaria si ritrovano per svolgere un'azione comune deliberando all'unanimità un documento di opposizione al trasferimento della materia tributaria alla giustizia contabile» afferma il presidente dell'Amt Daniela Gobbi, promotrice dell’iniziativa.
Al termine dell’incontro è stato deciso di istituire una commissione tecnica, con i rappresentanti di ciascun organismo, per partecipare attivamente alla riforma del sistema che vede oggi diverse proposte di legge.
Una decisione assunta, si legge nel documento congiunto che sintetizza i risultati dell’incontro, per superare l’idea di affidare la giurisdizione tributaria alla magistratura contabile e per garantire il rispetto del dettato costituzionale che prevede un sistema di pluralismo del sistema giudiziario, con la giurisdizione tributaria come quarta giurisdizione autonoma, terza e indipendente.

I principi su cui si baseranno la proposte della commissione sono quattro:
a) assicurare la presenza di un giudice professionale selezionato per concorso e soggetto a formazione continua con la previsione di un adeguato regime transitorio di salvaguardia delle professionalità acquisite;
b) sottrarre la magistratura tributaria al vincolo di dipendenza dal Ministero dell'Economia e delle Finanze;
c) garantire la piena parità delle parti processuali in osservanza dell'articolo 111 della Costituzione;
d) conservare il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria quale organo di autogoverno dei giudici tributari.

In merito alla lettera scritta dalla Corte dei conti al presidente del Consiglio che ha riportato alla ribalta il dibattito sulla necessità di riforma della giustizia tributaria, in questio giorni si è espressa anche l’Associazione magistrati della Corte dei conti che ha ritenuto necessario fare alcune precisazioni. In particolare l'Associazione ha chiarito che «non è costume dei magistrati tributari sollecitare l’attribuzione di maggiori competenze» e che quando c'è stato un ampliamento dei compiti è stato per volontà del legislatore. Vengono poi ritenute “non corrette” le affermazioni che etichettano la Corte dei conti “garante dell’erario”, «la Corte – scrive l'Associazione – è garante solo ed esclusivamente della corretta applicazione della legge». Viene infine precisato che è sempre possibile il ricorso in Cassazione, anche se solo per motivi inerenti la giurisdizione.

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