Controlli e liti

Controllate, il sindaco cambia il board

di Patrizia Maciocchi

Il sindaco può revocare gli amministratori della società partecipata anche senza giusta causa. La nuova giunta ha il potere, infatti, di scegliere i componenti del board in linea con il suo indirizzo politico, riguardo alle scelte imprenditoriali. Con la sentenza 16335 , le Sezioni unite della Cassazione avallano la scelta dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia di azzerare, nel 2011, il Cda di Milano Ristorazione, la controllata del Comune che gestiva le mense scolastiche e preparava i pasti per le case di riposo. La Cassazione ribalta il verdetto della Corte d’Appello che aveva accolto le richieste di risarcimento degli amministratori, per la revoca avvenuta entro 45 giorni dall’ insediamento, senza giusta causa. La possibilità di revoca riconosciuta al sindaco dall’articolo 50 (commi 8 e 9) del Testo unico enti locali, non può arrivare, secondo la Corte territoriale, a comprimere per ragioni politiche, l’aspettativa degli amministratori di terminare le funzioni, senza motivare sulla loro inadeguatezza. Per la Cassazione, al contrario, le norme invocate, espressione dello spoils system, sono di per sé giusta causa di revoca. Non è, infatti, ipotizzabile che in un brevissimo arco temporale il sindaco possa verificare la professionalità dei manager o prevedere la futura incapacità. È chiaro che le nomine si basano e sull’“intuito” personale. Un rapporto fiduciario che finisce con le elezioni . E il legislatore si fa carico della necessità della nuova amministrazione di contare su soggetti funzionali ai suoi scopi, senza un obbligo di tempi lunghi per valutare se l’“eredità” della precedente amministrazione risponda alle mutate esigenze. La Cassazione afferma la giurisdizione ordinaria per le controversie relative alle società in mano pubblica. Revoca e nomina degli amministratori comprese.

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