Controlli e liti

Rientro dei capitali con «doppia» proroga

di Alessandro Galimberti

Il decreto sul (divieto di) raddoppio dei termini di accertamento per chi aderisce alla voluntary disclosure e senza costi aggiuntivi- al vaglio del parere rafforzato delle commissioni, e ormai prossimo alla pubblicazione (si veda Il Quotidiano del Fisco di ieri ) - sta finalmente lanciando l'operazione di emersione dei capitali. Nell'ultima settimana alla Dre di Milano - che si pensa assorbirà il 60% dell'intera platea dei candidati - la crescita delle istanze è di oltre 200 al giorno, portando, a ieri pomeriggio, a quota 4.200 le domande all'esame dell'Agenzia. Agenzia che, peraltro, si attende 60mila istanze solo dalla principale regione, stima che inevitabilmente fa salire le proiezioni sul numero complessivo nazionale (sinora si era parlato di un tetto di 50mila posizioni totali). Delle perduranti criticità della voluntary si è parlato ieri mattina all'affollato convegno organizzato dall'Ordine dei commercialisti milanesi all'auditorium San Fedele.

Se i numeri di crescita, oggi, sono interessanti, l'incrocio con il calendario mette però i brividi: a due mesi esatti dalla chiusura della finestra per la vd, uno dei quali è agosto, si è a meno del 10% del percorso, mentre è sempre più diffusa la consapevolezza delle difficoltà di istruzione, di calcolo e infine di accordo tra le parti. Se da un lato a soffrire sono intermediari e professionisti, alle prese con la complessità della documentazione da reperire, prima, ed elaborare poi, dall'altro sono molto sotto pressione le stesse direzioni provinciali e regionali, in balìa della questione dirigenti. Da questo contesto emerge chiara, all'orizzonte, la necessità di una proroga, ancora tutta da definire però nella portata (31 dicembre prossimo, che basterebbe a tranquillizzare i commercialisti, ha detto il presidente Gerardo Longobardi) e negli effetti (30 giugno 2016, ma con la creazione di un binario più penalizzante per chi arriverà col secondo turno). Difficile comunque che una decisione sul punto arrivi prima di settembre, costringendo di fatto tutti i candidati a portarsi almeno sulla soglia della vd. I problemi aperti restano molti, nonostante la monumentale circolare “faq” del 16 luglio scorso , tanto che a ore è atteso un nuovo provvedimento incentrato sulla questione frontalieri.

Secondo la neodirettrice della Dre di Milano, Giovanna Alessio, la questione “ticinese” riguarda decine di migliaia di conti intestati o cointestati a lavoratori oltrefrontiera, con la difficoltà di classificare, tra l'altro, la natura dei redditi - di capitale o da lavoro dipendente - del secondo pilastro previdenziale, oltre agli obblighi Rw (eventuali) dei cointestatari.

C'è poi un tema di impugnabilità degli atti prodromici, non risolto dalla legge 186/14 , per esempio del diniego di accesso alla voluntary. Quali armi di difesa per il contribuente che a quel punto, peraltro, si è già “costituito” all'Ufficio e vede a rischio le coperture legali? Secondo il presidente della magistratura tributaria, Mario Cavallaro, è necessario che la legge stabilisca la separata impugnabilità di questi atti, soluzione però «rischiosa» secondo Gianfranco Ferranti perché allungherebbe tempi e conflittualità, mentre basterebbe «attendere e impugnare normalmente l'atto di accertamento conclusivo». E mentre Michele Vietti è tornato sul reato di autoriciclaggio - “sopravvivrà” alla vd, che ha effetto scriminante, creando però più avanti non pochi problemi di interpretazione del confine con “l'autoreimpiego” - Maurizio Leo propone lo strumento di tecnica legislativa per superare l'impasse di una legge complessa ma ancora incompleta: «Chiediamo una risoluzione parlamentare che faccia chiarezza “autentica” sui vari temi , a cominciare dagli obblighi di segnalazione antiriciclaggio: non so se un domani, davanti al pm, mi sentirei rassicurato da una Faq del ministero, mentre con un atto di fonte parlamentare probabilmente sì».

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