Controlli e liti

Pace fiscale, parte la caccia a chi non paga le rate

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il Fisco parte alla caccia di chi non ha pagato le rate dei condoni 2019. L’agenzia delle Entrate detta le istruzioni agli uffici per monitorare e attivare immediatamente i recuperi ai contribuenti che hanno aderito alle sanatorie su processi verbali di constatazione, avvisi di accertamento, liti pendenti e rettifiche a società sportive dilettantistiche.
L’obiettivo è quello di riportare alla cassa chi ha sfruttato la pace fiscale e pensava di farla franca pagando solo la prima rata e scappando dagli altri debiti fiscali.

Un rischio annunciato

Del resto, la fuga dalle rate era stata ampiamente prevista e ipotizzata dal presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema, che nelle audizioni sul decreto fiscale gialloverde targato Lega-M5S aveva fatto suonare un campanello d’allarme.
Anche alla luce dei lunghi piani di pagamento estesi a 5 anni dal decreto, a suo avviso, era già probabile il rischio che i contribuenti meno onesti pagassero solo la prima rata per usufruire dei benefici dei condoni e poi smettessero di versare, come già accaduto col tombale di Tremonti del 2002.
All’epoca, ricordava Buscema, si registrò «la mancata riscossione di ingenti importi dovuti a titolo di pagamento rateale». Un “buco” che fu stimato allora in 5 miliardi di euro.

Monitoraggio con banche dati

Gli uffici dell’Agenzia hanno tutti gli strumenti informatici per controllare chi è fuggito dalle rate. L’incrocio dei dati dei modelli di versamento F23 ed F24 con i codici tributo dei diversi condoni porterà a evidenziare in automatico sul portale interno (il cosiddetto «F.I.S.CO.») le rate non pagate.

L’iscrizione a ruolo

Una volta che è stato individuato, il contribuente decade e quindi perde tutti i benefici della pace fiscale. Ma non solo.

Il diretto interessato dovrà comunque pagare gli importi dovuti per le rate non versate maggiorati delle sanzioni pari al 45 per cento e degli interessi al 4 per cento a partire dal giorno successivo alla scadenza del versamento dovuto per il perfezionamento della definizione agevolata.

Tempi lunghi per la notifica

Gli uffici avranno ampi margini di tempo per presentare il conto della fuga dalle rate. La cartella di pagamento con gli importi rielaborati potrà essere notificata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di scadenza dell’ultima rata del piano di dilazione, ossia dell’ultima rata del piano originario, indipendentemente dalla rata non pagata.

I ritardi tollerati

Discorso diverso per chi ha versato ma con ritardo o in modo insufficiente: quello che in gergo tecnico si chiama «lieve inadempimento». È il caso di chi versa la rata (diversa dalla prima) entro il termine di quella successiva o di chi ha pagato meno del dovuto ma entro il 3% e comunque in misura non superiore a 10mila euro. In queste situazioni il sistema delle Entrate isola la posizione del contribuente e presenta il conto delle somme da pagare con la maggiorazione degli interessi calcolati al tasso legale dal giorno successivo alla scadenza del versamento fino a quella in cui il contribuente salda il conto in caso di tardività o fino alla consegna del nuovo ruolo per i pagamenti insufficienti.

Nel conto, però, entra anche la sanzione del 30 per cento. Che potrà comunque essere ridotta per chi paga in tempi rapidi: se si versa con ritardo non superiore a 90 giorni la “multa” è ridotta della metà e addirittura a un quindicesimo per ciascun giorno se i ritardi siano inferiori a 15 giorni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©