Imposte

FISCO E AGRICOLTURA/Gli aiuti di Stato complicano la dichiarazione

di Gian Paolo Tosoni

Gli aiuti di Stato sono un rompicapo per la dichiarazione dei redditi come lo sono stati in sede di redazione del bilancio; ciò in particolare per il settore agricolo in cui le provvidenze pubbliche sono numerose. Da quest’anno in tutti i modelli di dichiarazione dei redditi è prevista una sezione del quadro RS dedicata all’indicazione delle sovvenzioni che il contribuente ha ricevuto dalle pubbliche amministrazioni oppure da società controllate dalle medesime. La materia è stata oggetto anche di modifiche a cura dell’articolo 35 del Dl 34/2019 (decreto Crescita) dalle quali è emerso che non si considerano aiuti di Stato quelli non aventi carattere generale e che siano privi di natura corrispettiva. Quindi, ad esempio, a nostro parere la tariffa incentivante percepita dai produttori di energia elettrica da fonti agroforestali o fotovoltaiche non deve essere indicata nel prospetto della dichiarazione dei redditi.
Dalla lettura delle istruzioni ai modelli di dichiarazione dei redditi, seppur in modo non chiaro, ma per effetto dei richiami ai regolamenti in materia, emerge che la compilazione della dichiarazione dei redditi ha la funzione di integrare le informazioni già possedute dal sistema e risultanti nel «Registro nazionale degli aiuto di Stato” (Rna). Se tale interpretazione è corretta non devono essere riportati in dichiarazione dei redditi gli aiuti di Stato che già risultano riportati in tale documento.
Le istruzioni ai modelli di dichiarazione precisano che dal Registro nazionale sono espressamente escluse le informazioni relative agli aiuti nei settori agricoltura e pesca (regolamento aiuti di Stato) relativi al settore agricolo e forestale e nelle zone rurali. Le istruzioni proseguono precisando che vanno indicati anche gli aiuti fiscali dell’agricoltura e della pesca ed acquacoltura da registrare nei registri Sian e Sipa. Questa precisazione fa trasparire che se i contributi pubblici sono già riportati nel Sian e Sipa non occorre un’ulteriore indicazione. Alcune Regioni, come la Lombardia, operano con un proprio sistema informativo che tuttavia deve essere assimilato al Sian che opera nel territorio nazionale.
In sostanza i contributi più frequenti in agricoltura, che sono i contributi Pac erogati nell’ambito della politica agricola comunitaria e quelli relativi ai bandi dei Piani di sviluppo rurale, non devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi in quanto si tratta di aiuti Comunitari e non di Stato e sono riportati nel Sian.
Semmai un aiuto di Stato sarebbe costituito dagli interessi figurativi che sostiene la Regione quando anticipa i contributi della Comunità Europea che non arriverebbero prima di novembre, ma il calcolo da parte del beneficiario è improbo.
Come indicano le istruzioni ministeriali alla dichiarazione dei redditi il prospetto “RS” va compilato con riferimento agli aiuti già indicati nei relativi quadri della dichiarazione dei redditi (esempio quadro RU o RP). Gli aiuti devono essere riportati se maturati nell’anno 2018 anche se non fruiti.
Un aiuto di Stato che deve essere senz’altro riportato nel quadro RS riguarda la detrazione fiscale spettante ai coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola di età inferiore a 35 anni (alla data di stipula del contratto) nella misura del 19% del canone di affitto dei terreni agricoli, non di proprietà dei genitori, detrazione che spetta entro il limite di 80 euro per ettaro e nella misura massima di 1.200 euro (articolo 16 del Tuir).

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