Imposte

Legge di bilancio, fermi ai box 500 milioni di incentivi

di Carmine Fotina

Per poco meno di 700 milioni di incentivi per le imprese si entra in questi giorni nella fase decisiva delle procedure di accesso. Ma c’è un altro dato, opposto, che fa sensazione: quasi 500 milioni sono bloccati da mesi, impantanati nei lunghissimi processi di attuazione ministeriali. Un terzo grande capitolo di misure riguarda invece la legge di bilancio che arriva ora in Parlamento e che, tra l’altro, proroga di un anno le misure fiscali di Impresa 4.0, il credito di imposta per gli investimenti al Sud, rifinanzia la “Nuova Sabatini” ed introduce un credito d’imposta per investimenti “verdi” legati alla decarbonizzazione.

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Le agevolazioni pronte

Il calendario delle principali misure per le imprese si farà particolarmente fitto nelle prossime settimane. Il 7 novembre alle 10 si aprono i termini per la compilazione sul sito dello Sviluppo economico delle domande relative ai voucher per gli innovation manager (fino a 25mila euro per medie imprese, fino a 40mila per micro e piccole), finanziati per il primo anno con 75 milioni. Ci sarà tempo fino al 26 novembre, mentre l’invio è consentito dalle ore 10 del 3 dicembre. Il 12 novembre si aprono invece i termini per presentare i progetti che puntano a contributi diretti e finanziamenti agevolati previsti dagli Accordi per l’innovazione nei settori Fabbrica intelligente, Agrifood, Scienze della vita e Calcolo ad alte prestazioni (190 milioni disponibili). Il 26 novembre tocca alle proposte per il bando da 329 milioni su Grandi progetti per ricerca e sviluppo nei settori Agenda digitale e Industria sostenibile. Sono aperti dal 15 ottobre,infine, i termini per gli Accordi per l’innovazione nel settore della space economy (100 milioni). Occorrerà ancora tempo, invece, per conoscere le modalità di accesso alla tranche da 265 milioni che il ministero dello Sviluppo ha appena annunciato per investimenti innovativi nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Gli incentivi bloccati

Il decreto crescita, entrato in vigore lo scorso 1° maggio, aveva previsto una pioggia di microincentivi. Nessuno di vero impatto sulla politica industriale, ma a colpire è soprattutto lo stato di avanzamento: sono praticamente sono tutti fermi (si veda la tabella). Le difficoltà maggiori riguardano i 140 milioni di euro per agevolazioni a progetti di ricerca sull’economia circolare, paradossalmente proprio il tema che con altre misure il governo ha deciso con tanta enfasi di spingere nella legge di bilancio. Due i problemi. Primo: 40 dei 140 milioni provengono dal Fondo sviluppo coesione e sono quindi vincolati per l’80% al Sud, mentre ci si aspetta una prevalenza di progetti dal Centro-Nord. Secondo: si consentono progetti anche di piccola taglia, 500mila euro, un valore che non rende verosimile la realizzazione di vere attività di ricerca e sviluppo.

Per restare nel campo dell’innovazione, mancano ancora il provvedimenti attuativo per far partire i voucher destinati alle startup che vogliono brevettare i loro prodotti e quello sulle agevolazioni finanziarie destinate a progetti di trasformazione digitale delle Pmi. Paralizzato anche il pacchetto di micro interventi che era stato inserito per il made in Italy. In particolare, il credito di imposta per la partecipazione alle fiere sconta l’esiguità di risorse rispetto alla platea dei potenziali beneficiari, che inizialmente era limitata a chi partecipa alle rassegne estere e poi con un emendamento è stata allargata anche alle manifestazioni italiane. Non parte nemmeno il Fondo per supportare le aziende che si iscrivono al registro dei marchi storici su cui tanto aveva spinto l’ex ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio.

Tra le agevolazioni riservate al Mezzogiorno, infine, tutto fermo per il Piano grandi investimenti nelle zone economiche speciali.

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