Adempimenti

Lotteria dello scontrino, la partenza slitta al 1° luglio 2020

di Marco Mobili e Marco Rogari

Il decreto fiscale collegato alla manovra, nella sua versione omnibus, è legge dello Stato. Con 166 sì e 122 no il Senato ha approvato in via definitiva il testo degli oltre 90 articoli licenziati ai primi di dicembre dalla Camera. Una serie di norme eterogenee che vanno dalla lotta alle frodi su compensazioni e accise fino al contrasto all’uso del contante e alla lotteria dello scontrino. Che però viene rinviata per la terza volta (si partirà dal 1° luglio 2020). A tenere banco nel dibattito parlamentare sono state le norme del decreto che puntavano a introdurre una stretta sulle ritenute negli appalti e che, dopo un lungo confronto tutto interno alla maggioranza, hanno portato a una “sterilizzazione” di fatto della misura, con qualche adempimento in più legato all’attestazione dell’avvenuto versamento delle ritenute per la manodopera e l’esclusione dalla nuova disciplina per tutti gli appalti inferiori ai 200mila euro.

L’altro capitolo”caldo” del decreto è quello sulle “manette agli evasori” (si veda il servizio in pagina) dove però a preoccupare le imprese sono soprattutto le misure sulla confisca per sproporzione e soprattutto l’allargamento della platea dei reati tributari per i quali scatta anche la responsabilità degli amministratori (legge 231). Il Senato alla fine non ha fatto altro che ratificare il lavoro fatto dalla Camera dove i parlamentari hanno spaziato dalla Rc auto familiare alla riforma dei Piani individuali di risparmio (Pir), così come dalla riforma dell’8 per mille da destinare prioritariamente all’edilizia scolastica alla riduzione del saggio di interesse sui versamenti di tasse e debiti fiscali, anche a rate.

Con il via libera al decreto fiscale i saldi vengono allineati a quelli della manovra che è ormai in vista del traguardo dell'approvazione finale, attesa prima di Natale. Dopo il sofferto primo “sì” del Senato, che ha operato un ampio restyling del testo facendo salire il “valore” del Ddl di Bilancio attorno ai 32 miliardi, il provvedimento è infatti arrivato “blindato” alla Camera, dove ieri si è tenuta, tra le polemiche, la conferenza dei Capigruppo per stabilire la tabella di marcia a Montecitorio. Il testo approderà in Aula domenica 22 per l'inizio della discussione generale.

Il Governo porrà subito la fiducia su un maxi-emendamento, identico alla versione uscita da Palazzo Madama. Che dovrebbe essere votata il giorno successivo e seguita dal disco verde finale del provvedimento. L’opposizione però minaccia di dare battaglia. Matteo Salvini ha annunciato che la Lega farà «ricorso alla Consulta». Già ieri il presidente dei deputati di Fdi, Francesco Lollobrigida, ha abbandonato la “Capigruppo” puntando l’indice contro i «tempi troppo brevi». Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, si è soffermato sul nodo dei tempi stretti criticando di fatto il comportamento del Governo così come la presidente del Senato, Maria Alberti Casellati.

Intanto quello che non è entrato nella manovra ieri è riemerso in una bozza del milleproroghe, o meglio in nuovo decreto omnibus, che dovrebbe essere varato dal Governo nel Cdm di venerdì.

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