FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: bancarotta, Iva, stock option, imposta di sbarco
Per l’amministratore della fallita la restituzione dei versamenti in conto capitale può integrare la bancarotta per distrazione mentre quella dei versamenti a titolo di mutuo la preferenziale. La dichiarazione d’intento mendace riespande la pretesa tributaria nella sua integrità e determina l’esecutività dell’imposta. L’esimente dell’incertezza normativa rilevante ai fini sanzionatori non consegue al contrasto della giurisprudenza di merito. Assoggettamento a tassazione della stock option rilevante ai fini impositivi come reddito di lavoro dipendente nel momento in cui si esercita il diritto mediante l’acquisto delle azioni. Sindacato dell’Amministrazione sempre senza compressione dei principi costituzionali di libertà d’impresa ed iniziativa economica. L’imposta di sbarco può essere richiesta dal Comune a far data dal periodo di imposta successivo a quello di approvazione del bilancio di previsione. Per il beneficiario individuato/erede del Trust il valore presuntivo del dieci per cento per denaro, gioielli e mobilia non deve essere più conteggiato nel coacervo se è stato già considerato. Sono i temi della rassegna delle massime di Cassazione dell’ultima settimana.
Bancarotta per distrazione per la restituzione dei versamenti in conto capitale
La restituzione ai soci dei versamenti in conto capitale integra la bancarotta fraudolenta per distrazione mentre, al contrario, il prelievo di somme a restituzione di versamenti operati dai soci a titolo di mutuo integra la bancarotta preferenziale. Questo in quanto i versamenti in conto capitale effettuati dai soci, confluendo in un’apposita riserva, non incrementano immediatamente il capitale sociale e diversamente dai conferimenti, non attribuiscono alle somme che ne formano oggetto lo statuto penalistico proprio del capitale sociale. Per contro il prelievo di somme a titolo di mutuo determina l’insorgenza di un debito puro nei confronti della società.
● Cassazione, sentenza 49136/2019
Iva dovuta in caso di falsa dichiarazione d’intento
La falsità della dichiarazione d’intento fa venir meno la condizione sospensiva e riespande la pretesa tributaria nella sua integrità. In caso d’indebita utilizzazione del plafond risponde poi non soltanto l’importatore che si riveli successivamente autore di una dichiarazione di intento mendace ma anche il suo rappresentante indiretto che la abbia presentata in dogana. Ciò perché la responsabilità discende dal fatto dell’avvenuta importazione e non dalla configurabilità o meno di una dichiarazione d’intento che riguarda solo l’esecutività dell’imposta.
● Cassazione, ordinanza 31611/2019
Il contrasto della giurisprudenza non determina l’incertezza normativa
I contrasti giurisprudenziali di merito non sono in grado di determinare l’incertezza normativa rilevante ai fini sanzionatori perché l’incertezza normativa oggettiva è sempre caratterizzata dall’impossibilità di individuare con sicurezza ed univocamente la norma giuridica nel cui ambito il caso di specie è sussumibile.
● Cassazione, ordinanza 31614/2019
Le stock option rivalutate si tassano come reddito dipendente
Se si procede alla rivalutazione della stock option, ai fini della sua tassazione non si può far valere il legittimo affidamento, perché dalla disciplina del 2006 non rileva più come reddito diverso di natura finanziaria, bensì come reddito da lavoro dipendente. Questo in quanto l’operazione a cui consegue la tassazione non va identificata nell’attribuzione gratuita del diritto di opzione, non soggetta a imposizione tributaria, bensì nell’effettivo esercizio di tale diritto mediante l’acquisto delle azioni, che è commisurata proprio al prezzo delle stesse e che è rimesso alla libera scelta del beneficiato.
● Cassazione, ordinanza 31620/2019
Il sindacato dell’amministrazione ma senza violare la libertà d’impresa
Spetta sempre all’Amministrazione provare come le norme giuridiche utilizzate dal contribuente possano rivelarsi inadeguate o anomale rispetto all’operazione economica intrapresa e il sindacato possibile non può spingersi fino ad imporre una misura di ristrutturazione aziendale diversa tra quelle giuridicamente possibili solo perché in grado di comportare un maggior carico fiscale. Questo in quanto, fermo restando che il contribuente deve comunque dimostrare la presenza di un concomitante contenuto economico diverso dal risparmio fiscale, si rischierebbe in tal modo la compressione dei principi costituzionali di libertà d’impresa e di iniziativa economica.
● Cassazione, sentenza 31772/2019
L’imposta di sbarco si applica una volta approvata nel bilancio di previsione
L’imposta di sbarco chiesta alla società contribuente dal Comune delle Isole Tremiti va considerata nuova perché basata su presupposti alternativi a quelli sui quali si fondava la tassa di soggiorno e soggiace al regolamento comunale, approvato con delibera del Comune non oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione e con effetto dal 1° gennaio dell’anno successivo. Questo in quanto le disposizioni tributarie non possono avere effetto retroattivo e relativamente ai tributi periodici, le modifiche si applicano comunque solo dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle norme che lo prevedono.
● Cassazione, sentenza 31800/2019
La tassazione del valore presuntivo per l’erede del trust
L’esclusione da assoggettamento a tassazione in capo all’erede/beneficiario individuato del Trust del valore presuntivo calcolato dall’Amministrazione in sede di successione e pari al 10% del valore globale netto imponibile dell’asse ereditario è legittimo se vi è coincidenza di tali beni mobili rispetto all’arricchimento complessivo operato dal Trust fin dalla sua costituzione. Questo in quanto è comunque illegittima la pretesa dell’Amministrazione di conteggiare ulteriormente ai fini successori la percentuale presuntiva del dieci del valore globale del coacervo se di questo valore l’erede/beneficiario individuato ne ha già tenuto conto durante la rendicontazione dei beni del Trust.
● Cassazione, sentenza 31806/2019
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