Adempimenti

DICHIARAZIONI 24/Patent box, confronto aperto sui documenti anti-sanzione

di Federica Micardi e Giovanni Parente

Una consultazione pubblica per il provvedimento che dovrà stabilire la documentazione da acquisire e consultare per evitare le sanzioni in caso di fai-da-te sul patent box. Ad anticipare l’intenzione è stato il vicedirettore e capo divisione Contribuenti delle Entrate, Paolo Valerio Barbantini, durante la prima giornata di Dichiarazioni 24 svoltasi ieri. L’Agenzia, infatti, è stata chiamata dal decreto crescita (Dl 34/2019) ora in corso di conversione alla Camera a emanare un provvedimento attuativo che disciplinerà il contenuti della documentazione grazie alla quale le imprese che decideranno di non passare dal ruling potranno usufruire di una penalty protection in caso di eventuale rettifica parziale o di revoca totale del bonus del patent box. Sul punto l’intenzione manifestata da Barbantini è di «avere una rapida consultazione pubblica» compatibilmente con i tempi a disposizione, visto che il provvedimento andrà emanato entro fine luglio (90 giorni dall’entrata in vigore del decreto crescita).

Prezzi di trasferimento

C’è anche un altro fronte interpretativo molto “vicino” a quello del patent box, visto che l’idea della documentazione che garantisce la penalty protection è stata mutuata dal transfer pricing. Proprio per completare il pacchetto che ha visto lavorare a fianco Mef, Entrate e GdF lo scorso anno, «l'Agenzia in questo momento è impegnata alla predisposizione del provvedimento sui nuovi oneri documentali» ha precisato Barbantini.

Il nuovo forfettario

Un altro fronte interpretativo (sia attraverso la circolare 9/E già emanata sia con le risposte a interpello) su cui l’Agenzia è impegnata è quello relativo al nuovo regime forfettario. Alla domanda se saranno previste particolari forme di controlli per evitare abusi nell’accesso, Barbantini sottolinea che «ci sarà un'attenta attività di monitoraggio che andrà in qualche modo ad incidere su due platee di contribuenti: da un lato, coloro che aprono la partiva Iva e per queste dovremmo attendere anche il momento dichiarativo; dall’altro coloro che avevano già i requisiti nell'anno precedente, che quindi nel 2019 entrano nel regime forfettario».

I dati della fattura elettronica

Da Paolo Savini, vicedirettore e capo Divisione Servizi delle Entrate., è arrivato un aggiornamento sui dati della fattura elettronica: quasi 800 milioni di documenti pervenuti da parte di 3,2 milioni di operatori. Il tutto per un’Iva “trattata” pari a 148 miliardi di euro e con un tasso di scarto in «continuo ribasso» che si attesta intorno al 3 per cento. Ma guardando in prospettiva, i dati della fattura elettronica «potranno anche essere utilizzati - ha fatto notare Savini - per evitare alcune trasmissioni di informazioni da parte degli operatori ad esempio per la dichiarazione precompilata: attualmente ci sono dei flussi di dati che vengono trasmessi da alcuni enti, da alcune strutture per la dichiarazione precompilata, è chiaro che la fatturazione elettronica ci consentirà di eliminare questo tipo di adempimenti perché le stesse informazioni le potremo desumere dall’e-fattura».

Il calendario 2019

Restando in tema di adempimenti, il consigliere delegato alla fiscalità del Cndcec, Gilberto Gelosa, nel suo intervento durante Dichiarazioni 24 ritiene gli Isa il «punto più critico dei dichiarativi di quest’anno. Per questo - aggiunge - il Consiglio nazionale ha chiesto una proroga, che non si limiti al “quid pluris” legato agli Isa, ipotesi a cui sembra si stia lavorando, ma una proroga dei versamenti in senso ampio e dei dichiarativi, perché se i dubbi li ho nel calcolo diventa un problema fare i versamenti».

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