Imposte

INTERVISTA/Cervesato (Japan tobacco Italia): «Tabacchi, tassazione da ripensare»

di Marco Mobili

«Stop a nuovi aumenti d’urgenza della tassazione delle sigarette. Una riflessione in più, se proprio necessaria, si potrebbe fare sui nuovi prodotti da fumo, sia quelli a tabacco riscaldato, sia sulle sigarette elettroniche». Non sembra avere dubbi il presidente e Ad di Japan tobacco Italia (Jti), Gian Luigi Cervesato, che chiede senza indugi una revisione «di tutta la struttura della tassazione del tabacco, così da riequilibrare il peso delle singole voci fiscali che oggi gravano sui prodotti da fumo, tradizionali e nuovi». Un segmento del mercato che lascia margini di intervento «visto che - aggiunge Cervesato – grazie al decreto fiscale dello scorso anno ha beneficiato di una riduzione del 25% della tassazione rispetto a quella delle sigarette, provocando importanti ripercussioni sul gettito, già provato dal calo del mercato delle sigarette».

Aumenti e interventi estemporanei come quelli del la manovra scorsa «sono soluzioni di corto respiro e a breve termine che producono soltanto uno spostamento dei consumatori dal mercato legale a quello illegale - sottolinea ancora Cervesato -. Quello di cui ha bisogno il mercato del tabacco è una stabilità anche sul piano del prelievo fiscale, una certezza delle regole in grado di garantire a chi investe in Italia di operare sulla base di una programmazione definita e duratura nel tempo».

Un approccio programmatico «per assicurare entrate di gettito costanti».

A parlare sono sempre i numeri. Secondo la ricerca trimestrale condotta da Ipsos e presentata ieri a Milano il mercato illecito del fumo occupa ormai una fetta pari al 4,9 per cento. Un mercato illegale che si muove su tre fronti: quello del contrabbando, della contraffazione (utilizzo illecito di marchi registrati) e delle cosiddette Illicit White (le sigarette prodotte legittimamente in un Paese per essere vendute in altri Paesi “esentasse”). E che stando ai dati della Guardia di finanza, ricorda ancora l’ad della multinazionale giapponese del tabacco, «ha prodotto 3,5 miliardi di sigarette di contrabbando con una perdita di gettito di circa 700 milioni di euro».

Impossibile, infine, per il mercato delle “bionde” sostenere un aumento dell’Iva, al momento scongiurato con la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia: «Senza lo stop del Governo e una compensazione sul fronte delle accise, l’impatto sui consumatori sarebbe pari a un aumento di almeno 60 centesimi a pacchetto con una contrazione del mercato legale non inferiore al 20%».

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