Controlli e liti

Strada in salita per il rientro dei capitali

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il rientro dei capitali. Ma anche tutta la partita dei nuovi istituti della delega fiscale, a cominciare dal ruling per attrarre nuovi investimenti. La preparazione del secondo anno del 730 precompilato da consolidare e migliorare anche alla luce dei nuovi dati in arrivo. Senza dimenticare i fronti più tradizionali dell’attività dell’agenzia delle Entrate: le strategie e le attività di contrasto all’evasione fiscale e i rimborsi ai contribuenti, soprattutto quelli relativi all’Iva. La macchina dell’agenzia delle Entrate ha cercato di tenere il passo negli ultimi mesi nonostante gli intralci sul percorso di marcia siano stati notevoli dopo lo stop della Consulta che ha dichiarato illegittime le norme sulle nomine dei funzionari a dirigenti senza concorso.

Stando alle dichiarazioni alla stampa della direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, rilasciate appena un mese fa e all’ultima nota di aggiornamento del Def, non dovrebbero essere messi in discussione i risultati da lotta all’evasione per il 2015, anche se i timori e le cifre paventate prima dell’estate (quindi prima che il Parlamento intervenisse con la norma sblocca-concorso e per la creazione dei «semi-dirigenti» a tempo) erano di tutt’altro tenore. A fine agosto il recupero da lotta all’evasione aveva toccato 8,5 miliardi (considerando sia i tributi erariali sia quelli extra erariali): un dato che dalle parti di via Cristoforo Colombo giudicano sostanzialmente in linea con il 2014, ossia l’anno che si è concluso con l’incasso record di 14,2 miliardi.

Questo, però, non definisce tutta l’attività dell’Agenzia. Se parliamo dei numeri di recupero, infatti, una delle priorità principali – citate anche nel comunicato del Mef di ieri – è la voluntary disclosure da cui sono stati già “prenotati” 1,4 miliardi per evitare che scattassero gli aumenti di accise dal 1° ottobre scorso e da cui il Ddl di Stabilità appena presentato in Parlamento si attende 2 miliardi per il 2016. E la questione va proprio proiettata sul prossimo anno, perché se con la proroga (il disegno di legge di conversione è atteso questa settimana all’esame dell’Aula del Senato) è stato concesso più tempo ai contribuenti per presentare l’istanza al fisco, poi però c’è tutta la fase del confronto con i funzionari e degli atti da emettere che si dovrà concludere entro il 31 dicembre dell’anno prossimo. Con il rischio di determinare un effetto collo di bottiglia sul 2016 se gli uffici non dovessero essere messi in condizione di lavorare a pieno regime.

Alla voluntary disclosure si aggiunge tutta la complessa fase di traduzione in pratica dei nuovi istituti creati dall’attuazione della delega fiscale. A cominciare dal nuovo ruling per chi investe in Italia a partire da 30 milioni di euro. E comunque tutto il decreto internazionalizzazione ha puntato sul rafforzamento del ruling, ossia del dialogo preventivo tra fisco e contribuenti per garantire un quadro di regole più chiare in cui operare. Senza dimenticare la cooperative compliance introdotta dal decreto sull’abuso del diritto per ora solo per i grandissimi contribuenti (volume di affari o di ricavi non inferiori a 10 miliardi di euro) ma destinata presto a estendere il raggio d’azione visto che potranno usufruirne anche i soggetti che presenteranno il ruling per nuovi investimenti. Così come tutta la gestione dei ruling relativi all’accesso al patent box per la detassazione di marchi e brevetti. Qui l’effetto trascinamento del caso-dirigenti ha portato la responsabile dell’ufficio ruling, Gabriella Cappelleri, a lasciare l’incarico per approdare a uno studio privato. Prima di lei, infatti, hanno lasciato Dario Sencar, già responsabile dell’ufficio controlli grandi contribuenti, Giammarco Cottani, che ricopriva il ruolo d di assistente per il direttore centrale Accertamento per questioni di fiscalità internazionale, e Pasquale Cormio, che operava invece su Milano. Inoltre l’area grandi contribuenti aveva già dovuto fare a meno di Paolo Valerio Barbantini, approdato da gennaio scorso all’Ocse per seguire il progetto Beps. Questo porta soprattutto a un problema di strategie, che si potrebbe riverberare anche sulle linee di contrasto all’evasione nel 2016.

Le altre sfide riguardano, poi, il 730 precompilato che nel secondo anno vedrà arrivare anche le spese mediche, così come quelle universitarie e funebri. Un processo su cui l’Agenzia sta mettendo in campo anche un’attenta fase di valutazione sulla qualità dei dati ricevuti. Né va dimenticata l’importanza e l’attenzione sui rimborsi Iva anche perché il debutto dello split payment potrebbe portare ora molte imprese a chiedere la restituzione dell’Iva a credito.

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