Controlli e liti

Sugar e plastic tax sanzioni fino a 10 volte l’imposta non versata

di Marco Mobili

Fino a 10 volte l’imposta non versata. A tanto potrebbe arrivare la sanzione per omesso o insufficiente pagamento delle nuove tasse green, come la sugar tax e la plastic tax attualmente inserite nella bozza del disegno di legge bilancio. Dopo le possibili aperture a un ripensamento di alcune tasse ambientali come quelle di martedì scorso annunciate da Antonio Misiani, viceministro all’Economia del Pd, e la necessità «di dover decidere se usare o non usare il sistema fiscale anche per indirizzare i consumi verso quelli più salutistici», come ha sottolineato ieri il sottosegretario al Mef, Maria Cecilia Guerra (Leu), nel cantiere della manovra si lavora ancora alla messa a punto delle due imposte sulle bevande zuccherate e sulla plastica.

Per le due imposte sarebbe stato ideato uno stesso regime sanzionatorio che prevede una multa da 2 a 10 volte l’imposta non versata. Per quanto riguarda la sanzione minima questa non potrà essere inferiore a 500 euro per i mancati pagamenti. In caso di versamenti effettuati in ritardo sia sulle bevande che sui manufatti in plastica sarà dovuto il 30% dell’imposta con una sanzione minima di 250 euro.

Nulla è dovuto al Fisco, invece, se la sugar tax è inferiore ai 30 euro. Limite che diventa di 10 euro per la plastic tax. Per quest’ultima, inoltre, è prevista la riscossione coattiva in caso di cartelle superiori sempre allo stesso limite di 10 euro.

In termini di costi e di adempimenti quella più onerosa tra le due imposte green è senza dubbio la plastic tax. Come già anticipato su queste pagine si tratta di un’imposta di consumo che, se confermata nel disegno di legge di bilancio atteso per fine mese al Senato, si applicherà ai manufatti utilizzati per singolo impiego realizzati con fogli, pellicole o strisce di plastica.

Sarà esclusa la plastica riciclata, mentre la nuova imposta andrà a colpire il manufatto primario (ad esempio la bottiglia), quello secondario (la plastica o la pellicola che avvolge le bottiglie per restare in tema) nonché quello terziario (il pallet utilizzato prevalentemente dalle industrie per imballaggi di prodotti).

Il prelievo attualmente ipotizzato è di 1 euro a chilogrammo e dovrà garantire all’Erario, secondo le indicazioni della Ragioneria, un miliardo nel 2020 a partire però dal secondo semestre del prossimo anno. E dunque in ragione d’anno l’impatto sarà di almeno due miliardi, sempre che il consumo e il ricorso ai manufatti di plastica vada via via diminuendo così come ipotizza il Governo ricorrendo alla leva fiscale.

Per le imprese e i loro consulenti con l’arrivo della plastic tax arriveranno anche nuovi adempimenti fiscali. L’imposta, infatti, sarà dovuta sulla base di una dichiarazione trimestrale che dovrà essere presentata entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello del trimestre di riferimento. Entro quello stesso termine si dovrà versare l’imposta dovuta utilizzando il modello unico di pagamento F24 anche in compensazione.

Per quanto riguarda la sugar tax, invece, il prelievo colpirà tutte le bevande zuccherate che avranno un limite alcolometrico inferiore all’1,2 per cento. Quelle che nella nomenclatura combinata sono etichettate sotto la voce NC2009 (ad esempio succhi di frutta o aranciate) e nella sottovoce NC2202 che comprende la birra analcolica, le acque, minerali e gassate, con aggiunta di zucchero o di altri dolcificanti o di aromatizzanti, utilizzate come bevande al consumo. L’imposta, anche questa se confermata, andrà a colpire sia i prodotti finiti con un prelievo di 10 euro ad ettolitro, sia quelli utilizzati per la produzione di bevande analcoliche e zuccherate con un’imposta pari a 25 centesimi il chilogrammo. L’obiettivo del Governo è incassare poco più di 200 milioni a partire, anche in questo caso, dal secondo semestre 2020. Importo che, se non sarà cancellata l’imposta come chiedono a più riprese le imprese del settore, sempre secondo le stime del Mef potrebbe raddoppiare in ragione d’anno nel 2021

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