Professione

Il mercato è pronto ad allargarsi ma i privati rischiano l’uscita di scena

di Antonello Cherchi

L’identità digitale a uso professionale non è l’unica novità che si prepara investire il sistema Spid. Di qualche giorno fa è, infatti, la pubblicazione da parte di Agid delle linee guida per la realizzazione di un modello di Rao (Registration authority office) pubblico, che consentirà alla pubblica amministrazione di accertare l’identità di chi intende dotarsi di Spid (l’operazione di riconoscimento è ora compiuta dai provider al momento della richiesta delle credenziali). Associato a questo cambiamento c’è anche quello delle modalità di rilascio dell’identità digitale: dopo essere stati identificati dalla Pa si può, infatti, optare per il ritiro di Spid presso il provider che si è scelto oppure farlo online.

Inoltre, si stanno aprendo gli spazi per un mercato remunerativo per i gestori delle identità digitali, che finora hanno rilasciato gratuitamente la chiave d’accesso unica ai servizi della Pa. Oltre all’identità digitale per uso professionale stanno, infatti, per partire altri strumenti a pagamento. Si sta, per esempio, studiando l’associazione di Spid alla firma: si tratterebbe di una firma elettronica avanzata, che soddisfa le indicazioni dell’articolo 2702 del codice civile sull’efficacia della scrittura privata.

Si allarga anche il campo dei soggetti che richiedono Spid come password di accesso ai loro servizi. Finora si è trattato solo della pubblica amministrazione, ma da giugno si è aggiunto il primo privato - Acquirente unico Spa - e altre sette realtà si sono dimostrate interessate a entrare nel sistema dell’identità digitale pubblica.

La novità dirompente è, però, contenuta in un emdendamento alla manovra di bilancio, che ora è all’esame del Senato, targato 5 Stelle. Se andrà in porto, il sistema Spid è destinato a cambiare radicalmente. Si prevede, infatti, che gli attuali nove provider si facciano da parte a vantaggio di PagoPa, la Spa pubblica che diventerebbe il regista dell’identità digitale. Quest’ultima potrà delegare ai privati determinate attività, come le procedure di riconoscimento di chi chiede Spid o la consegna delle credenziali di accesso, ma di fatto gli attuali gestori vedrebbero ridursi, se non annullarsi, gli spazi di intervento. E questo a fronte di un rimborso di 80 centesimi per le identità digitali rilasciate finora. Viene, inoltre, ribadito che lo Spid per i cittadini resterà gratuito.

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