Adempimenti

Forfettari, resta per ora la stretta sul cumulo dei redditi da lavoro dipendente

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La stretta sui forfettari e in particolare per chi ha redditi da lavoro dipendente al momento resta. Il Governo si è preso ancora una settimana di tempo per rispondere ai quesiti del Movimento 5 Stelle e della Lega sulla possibilità di far slittare al 2021 l’operatività dei nuovi limiti di accesso alla flat tax del 15% per chi ha ricavi fino a 65mila euro. Il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa (M5S), intervenendo ieri in commissione Finanze, ha rinviato alla prossima settimana una risposta chiarificatrice sul tema in attesa di un ulteriore approfondimento dei tecnici del Mef e dell’agenzia delle Entrate. «Ho chiesto agli uffici di provare a trovare una via d’uscita - ha detto Villarosa al Sole 24 Ore - che possa tutelare i diritti dei contribuenti, ma che allo stesso tempo non contrasti con i saldi di finanza pubblica». Saldi che sono il vero e proprio macigno difficilmente da spostare: «Nel 2021 la legge di bilancio prevede un recupero di gettito con il solo limite dei 30mila euro da lavoro dipendente, di oltre 540 milioni». E per venire incontro a tutti quei contribuenti che non sono certi di non aver oltrepassato i 30mila euro di redditi da lavoro dipendente e che potranno verificarlo solo con la Certificazione unica di marzo, il sottosegretario avrebbe già concordato con le Entrate la possibilità di accettare quale verifica del limite dei 30mila euro anche la somma dei cedolini o buste paga targati 2019. «Possibilità che - sempre secondo Villarosa - potrebbe essere “ufficializzata” con un’apposita circolare».

In fondo è proprio sul peso delle circolari che si gioca il destino della nuova stretta sui forfettari. Se è vero infatti che lo statuto del contribuente e il vincolo di far decorre un nuovo adempimento almeno 60 giorni dopo la sua entrata in vigore, è stato invocato dalla stessa agenzia delle Entrate nel disciplinare lo scorso anno le partecipazioni societarie di quanti sono entrati nella flat tax, è altrettanto vero che esiste un precedente diametralmente opposto.

Con la circolare 10/E/2016, l’agenzia delle Entrate nel chiarire le clausole di esclusione dal regime forfettario in vigore per l’anno d’imposta 2016 in quell’occasione disse chiaramente che sarebbero restati fuori dai forfettari tutti i contribuenti con redditi di lavoro dipendente superiore a 30mila euro (si veda anche l’articolo in pagina). Limite, dunque, immediatamente operativo. E lo stesso limite ora è stato reintrodotto dall’ultima legge di Bilancio per l’anno d’imposta 2020.

A caldeggiare una modifica nel Milleproroghe ora in corso di conversione è l’Uncat (Unione anzionale delle camere avvocati tributaristi), a detta della qualle il principio di legalità impone di posticipare l’entrata in vigore dei nuovi requisiti e limiti del regime forfettario. E l’opposizione parlamentare si dice pronta a dare battaglia su questo fronte con Alberto Gusmeroli, vicepresidente leghista della commissione Finanze della Camera, che annuncia la presentazione di un emendamento proprio al Milleproroghe per spostare di un anno l’entrata in vigore della norma. Mentre al Senato il collega di partito Armando Siri, con una sua interrogazione, allarga il tiro e lega all’inapplicabilità della stretta dal 2020 anche l’abolizione della flat tax al 20% per ricavi o compensi da 65.001 e 100mila euro.

Arriva, invece, da Gian Mario Fragomeli (Pd) la richiesta di chiarimento sul nuovo calendario del 730 riscritto con il decreto fiscale a partire dal 2021. In questo caso la risposta del sottosegretario al Mef Villarosa ha voluto escludere ogni paventato rischio di ritardo perché i sostituti d'imposta dovranno effettuare i rimborsi nella prima busta paga utile e comunque non oltre il mese successivo a quello di ricezione del prospetto di liquidazione del modello 730.

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