Adempimenti

I tributaristi dell’Ancot: serve un fisco stabile

di Redazione Norme e tributi

Professionisti allo stress test sulla manovra di Bilancio, articolata in due faldoni, il decreto fiscale 124/2019 e la legge 160/2019. Oltre 1.600 tributaristi hanno partecipato ieri a Milano al «Forum Fisco» organizzato dall’Ancot, l’Associazione nazionale consulenti tributari e dalla Fondazione “Dino Agostini” a Milano. Circa 400 persone hanno affollato il centro congressi dell’Hotel da Vinci, mentre altri 1.200 hanno seguito l’evento in streaming sul territorio.

Sette i relatori che hanno affronato i punti principali della manovra.

La scaletta: il nuovo regime dei reati tributari - Maurizio Leo e Benedetto Luciano Lipari; i controlli sulle ritenute degli appalti e il rinvio delle compensazioni dieci giorni dpo l’invio delle dichiarazioni - Claudio Carpentieri; le modifiche al regime dei forfettari, in particolare il divieto di cumulo per i redditi di lavoro dipendente oltre 30mila euro, e i nuovi crediti d’imposta per beni strumentali - Gianfranco Ferranti; l’immediata esecutività degli avvisi di pagamento negli enti locali e la disciplina sui fringe benefit - Gabriele Sepio; le procedure per l’allerta tempestiva della crisi d’impresa e il ritorno dell’Ace - Giacomo Maranzana; infine la disciplina del bollo sulle efatture - Nicola Forte.

«Il pacchetto manovra ci ha ancora una volta deluso» ha detto il presidente Ancot, Celestino Bottoni.

Il rinvio delle compensazioni orizzontali, il regime inapplicabile del controllo ritenute su base oraria per ogni lavoratore nei singoli appalti con l’impossibilità di compensazione, l’inasprimento delle pene per i reati tributari sono solo degli esempi – secondo Bottoni – di una legislazione a svantaggio del contribuente, che non tiene conto della proporzionalità.

«Noi tributaristi chiediamo a gran voce una vera semplificazione. Non ci stanchiamo di segnalare i pericoli a cui il sistema Paese va incontro con una legislazione fiscale-tributaria troppo farraginosa e instabile».

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