Adempimenti

Ritenute appalti, procedura digitale dai tempi lunghi

Servirà almeno qualche mese per la procedura automatizzata, ha chiarito il Mef nel question time

di Giuseppe Latour

Servirà ancora «qualche mese» perché il nuovo Durf venga messo a disposizione delle imprese in maniera automatizzata all’interno del cassetto fiscale. Fino ad allora, sarà necessario continuare con la trafila di questi giorni, recandosi fisicamente presso gli sportelli locali dell’agenzia delle Entrate per chiedere l’emissione del certificato «a vista».

Sono le indicazioni contenute nella risposta data ieri dal ministero dell’Economia al quesito posto dalla Lega e firmato da Giulio Centemero sul nuovo adempimento in materia di ritenute fiscali negli appalti. Un adempimento che – va ricordato – impone ai committenti di farsi inviare dai propri appaltatori e subappaltatori copia delle deleghe di pagamento relative alle ritenute fiscali. Su queste deleghe andranno effettuati dei controlli: in caso di inadempimento il Dl fiscale (Dl 124/2019) prevede sanzioni molto pesanti, sulle quali l’agenzia delle Entrate ha disposto una moratoria fino al prossimo 30 aprile.

Al momento (si veda NT+ Fisco del 14 febbraio scorso) per l’emissione del Durf è stato sviluppato un applicativo che ha qualche limitazione: ad esempio, consente la produzione del certificato solo con riferimento all’ultimo giorno del mese precedente rispetto alla data della richiesta. Il software riscontra l’esistenza dei quattro requisiti previsti dalla legge e produce una bozza di certificato con esito positivo o negativo, sulla quale il funzionario farà le sue verifiche.

A pesare molto sulle imprese è, però, il fatto che il nuovo certificato deve essere messo a disposizione dagli uffici territoriali dell’agenzia delle Entrate. I tempi lenti del rilascio fisico possono penalizzare gli operatori perché, segnala il quesito della Lega in commissione Finanze, «se entro la scadenza l’appaltatore è privo del Durf, il cliente per legge deve decurtare dal pagamento il 20% del totale fatturato». Il certificato va, infatti, presentato dall’appaltatore al proprio committente entro cinque giorni lavorativi dalla scadenza del termine per i versamenti.

Insomma, la gestione digitale di questo processo renderebbe molto più facile la vita alle imprese. Questa automatizzazione, però, non arriverà a breve. Al momento – spiegano dal ministero dell’Economia – «sono state avviate le attività propedeutiche alla realizzazione dell’applicazione che consentirà di produrre il certificato con modalità automatizzate e, conseguentemente, di renderlo disponibile all’interno del cassetto fiscale del contribuente nella sua area riservata». Queste attività, però, hanno tempi ancora piuttosto lunghi.

L’elaborazione del certificato, infatti, «richiede il riscontro di diverse tipologie di dati, provenienti sia dal sistema informativo dell’anagrafe tributaria, sia dagli agenti della riscossione». Sono, quindi, necessari tempi tecnici per la «realizzazione di complessi sistemi di interscambio e aggiornamento dei dati». Il Durf automatizzato, in sostanza, non sarà disponibile per i contribuenti prima di qualche mese.

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