L’attività di revisore non prevede l’istituzione di un libro verbali

Le disposizioni introdotte dal decreto legislativo 14 del 12 gennaio 2019 (Codice della crisi di impresa), che dopo le varie revisioni succedutesi (da ultimo con il “decreto sblocca cantieri” - decreto legge 32 del 18 aprile 2019, convertito dalla legge 55 del 14 giugno 2019) dispone l’obbligo di nomina entro il 19 dicembre 2019 del sindaco/revisore al superamento per due esercizi consecutivi di almeno uno dei seguenti limiti:
•totale ricavi: 4milioni di euro;
•attivo: 4milioni di euro;
•dipendenti: 20.
Le nuove norme non hanno modificato la disciplina del funzionamento degli organi di controllo. Questi svolgono la loro attività lungo due ambiti di verifica, uno concentrato sul rispetto della legge e dello statuto (vigilanza di cui all’articolo 2403 e successivi del Codice civile), l’altro sulla veridicità e sulla correttezza della contabilità e delle poste del bilancio d’esercizio (revisione legale di cui al decreto legislativo 39 del 27 gennaio 2010).
L’attività di vigilanza è quella che tipicizza il collegio sindacale o sindaco unico, che rappresenta un organo societario e come tale verbalizza gli esiti delle proprie verifiche in un libro verbali (libro verbali del collegio sindacale o del sindaco unico) che è a tutti gli effetti un libro sociale, ed in quanto tale va vidimato. L’attività di revisione legale viene raccolta nelle “carte di lavoro”, che sono conservate dal revisore il cui unico “verbale” è rappresentato dalla relazione da allegare al fascicolo di bilancio. Questa attività, pertanto, non vede l’istituzione di un libro verbali, che di conseguenza non va vidimato.

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