Controlli e liti

L’Antitrust europeo investiga su Fb e Google per il business dei dati

di Alessandro Galimberti

Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza fresca di secondo mandato - rafforzato dalla promozione a vicepresidente dell’esecutivo europeo e da nuove competenze per lo sviluppo della digitalizzazione - lancia la nuova crociata contro Google e Facebook. Le due big-tech americane sono finite sotto investigazione comunitaria per verificare come raccolgono, elaborano, utilizzano e monetizzano i dati in loro possesso a fini pubblicitari.

Vestager secondo Cnn Business è stata «particolarmente aggressiva», esprimendo preoccupazioni sul fatto che le grandi aziende tecnologiche «possano usare i loro enormi archivi di dati per strangolare i concorrenti». Per quanto riguarda in particolare Facebook, Bruxelles - riporta il Financial Time - vuole capire come vengono raccolti i dati online. In questa ottica, la Commissione ha chiesto anche ai partner e ai concorrenti del social network informazioni sul valore e sull’importanza dei dati condivisi con Fb, nonché di sapere perché ciò avvenga.

Facebook ha messo in guardia il regolatore dell’Ue sul rischio di forzarli ad aprire le banche dati ai rivali, dicendo che una tale mossa «comporterebbe rischi per la privacy e la responsabilità». Secondo Nick Clegg, responsabile degli affari globali di Facebook, potrebbe essere «una cosa pericolosa da fare».

Sul versante Google, un portavoce della Commissione ha confermato che all’azienda del gruppo Alphabet «sono stati inviati questionari nell’ambito di un’indagine preliminare sulle pratiche relative alla raccolta e all'utilizzo dei dati. L'inchiesta preliminare è in corso». Google ha rilasciato una dichiarazione pubblica per affermare che «la società utilizza i dati per rendere i servizi più utili e per mostrare pubblicità pertinente, diamo agli utenti i controlli per gestire, eliminare o trasferire i propri dati».

Intanto, tra multe e indagini antitrust, c’è chi anticipa i tempi della ritirata. Twitter ha annunciato ieri che sta trasferendo gli account degli utenti sotto contratto con “Twitter International Company “di Dublino, verso Twitter Inc. a San Francisco. La società ha detto che questo le consentirà la flessibilità di testare diverse impostazioni e controlli che sarebbero probabilmente limitati dal Regolamento generale Ue sulla protezione dei dati (Gdpr). «Vogliamo essere in grado di sperimentare senza infrangere immediatamente le disposizioni del Gdpr», ha dichiarato Damien Kieran, funzionario di protezione dei dati di Twitter.

E che i dati siano ormai l’oro del nuovo millennio lo dice anche un nuovo trend che investe il più tradizionale settore finanziario: le banche, secondo la Associated Press, vogliono utilizzare i dati sulle abitudini di spesa dei possessori di carte di debito/credito per promuovere sconti e occasioni mirate. Lecito supporre che abbiano imparato da Fb e Google anche se, dicono a New York minimizzando, «ci muoviamo con cautela per i problemi di privacy».

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