Professione

«La stagione delle dichiarazioni va compressa»

di Giuseppe Latour

Ritoccare gli Isa. Eliminare tutti quegli adempimenti resi ridondanti dalla fatturazione elettronica. E semplificare il calendario delle dichiarazioni fiscali: negli anni è diventato troppo lungo e oggi costringe i professionisti a inseguire le scadenze nel corso di quasi tutto l’anno, dalla primavera fino a dicembre, togliendogli tempo per dedicarsi ad altre attività nei loro studi.

La platea dei presidenti degli ordini locali dei commercialisti, a margine del convegno organizzato ieri presso la sede del Sole 24 Ore a Milano, si esprime così analizzando le semplificazioni necessarie per il nostro sistema fiscale, chiedendo interventi che partono dalla legge di Bilancio 2020, in discussione in queste settimane, ma che vanno anche oltre.

Paola Giacalone, presidente dei commercialisti di Agrigento, si scaglia contro «le semplificazioni che, nella pratica di alcune realtà non hanno semplificato proprio nulla». Bisogna, cioè, «evitare le fughe in avanti, perché non tutte le aree del paese sono uguali e, ad esempio, l’utilizzo di strumenti digitali in Sicilia non è così immediato».

Molte difficoltà, poi, nascono da un problema: quando viene introdotto un adempimento è necessario depurare il sistema da tutto ciò che, di conseguenza, diventa obsoleto. «Ci sono molti adempimenti diventati ridondanti dopo il varo della fatturazione elettronica, sarebbe finalmente ora di cancellare tutte le duplicazioni», dice Claudio Zago, presidente dei commercialisti di Bolzano.

Il motivo di questa tendenza, secondo diversi presidenti, è che la politica ascolta meno di quanto dovrebbe la base dei professionisti e, a volte, non ha chiaro l’impatto dei provvedimenti che introduce. Dante Carolo, presidente dei commercialisti di Padova, ricorda che il Consiglio nazionale aveva presentato «un libro bianco di proposte che andavano proprio nella direzione della semplificazione, ma in gran parte non sono state ascoltate».

Così, secondo quanto spiega Giulia Liboni, vicepresidente dei commercialisti di Ascoli Piceno, «troppo spesso ci troviamo a lavorare su adempimenti che non hanno l’effetto pratico di agevolare la nostra attività, perché prima nessuno ha pensato al momento applicativo delle novità».

Guardando al dibattito di queste settimane, collegato anche alla legge di Bilancio 2020, attualmente in discussione, su molti temi ci sono sentimenti diffusi tra i presidenti. L’esterometro trimestrale viene salutato da tutti come una novità opportuna e necessaria: anzi, per qualcuno sarebbe utile andare addirittura oltre e renderlo semestrale. Gli Isa, le nuove pagelle fiscali, sono allo stesso modo una ferita ancora aperta per tutti: servono interventi di correzione, per evitare distorsioni.

E c’è il tema del calendario delle dichiarazioni, ormai troppo diluito nei mesi. «Nel corso degli anni - dice Rosamaria Petitto, presidente dei commercialisti di Catanzaro - molti adempimenti sono stati progressivamente spostati, così adesso siamo arrivati fino a dicembre e questo, di fatto, ci tiene impegnati quasi tutto l’anno sulle dichiarazioni».

Un timore condiviso, tra gli altri, anche da Maurizio Masini, presidente dei commercialisti di Pisa: «Non è l’ideale arrivare con le dichiarazioni fino a dicembre, partendo a marzo, anche perché nel corso dell’anno ci confrontiamo con la tendenza a introdurre adempimenti sempre nuovi, per inseguire il gettito». Sarebbe più utile accorciare questa stagione, per venire incontro ai professionisti.

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