Professione

Professioni volàno di politiche attive per lo sviluppo

di Renzo Guffanti *

Non esiste oggi una ricetta perfetta per ridare slancio a un sistema Paese che fatica a dare sfogo alla iniziativa imprenditoriale e a generare le risorse necessarie per costruire un adeguato futuro economico e previdenziale, in particolare per quelle generazioni di giovani, professionisti e non, che si stanno affacciando al mondo del lavoro. Proprio delle aspettative previdenziali e della necessità di mettere gli iscritti alla previdenza obbligatoria di fronte alla realtà dei fatti e ai rischi che possono influenzare la tenuta “sociale” dei sistemi pensionistici si è parlato nell'ultimo Forum di aprile, dove lo stesso presidente Inps Tito Boeri ha manifestato le sue preoccupazioni e tracciato le azioni che occorre mettere in campo per far crescere la consapevolezza sulla esistenza di un “fil rouge” che unisce la politica economica, l'economia, i redditi prodotti, la fiscalità, la contribuzione previdenziale e la futura pensione.Tali preoccupazioni a nostro avviso sono di due tipi, e presuppongono:da un lato, l'impegno di chi amministra i sistemi previdenziali di generare soluzioni in grado di responsabilizzare sempre più l'iscritto fino a renderlo protagonista del proprio futuro, informandolo sulle regole e sui cambiamenti che si verificano, diffondendo la cultura previdenziale;dall'altro, l'obbligo di chi più direttamente ha responsabilità di governo di favorire la creazione di condizioni atte a garantire pensioni adeguate.La Cassa dei Dottori commercialisti è da diversi anni presente sul territorio – oltre che ospite dei convegni organizzati dai sindacati di categoria e dai Consigli degli Ordini – con il progetto “Previdenza in Tour”, che con la sua V edizione vuole offrire l'occasione di ragionare sul futuro e sulle prospettive della previdenza e della professione di Dottore commercialista, nello scenario socio-economico che si va delineando. Come Cassa di previdenza obbligatoria siamo ben consapevoli che sia necessario continuare nella diffusione di cultura previdenziale, specie nei confronti dei più giovani, che tendono a vedere la previdenza come una “questione” di cui occuparsi più avanti.Da questo punto di vista, il nuovo servizio di Simulazione della Pensione (Pes) messo a disposizione degli iscritti a fine luglio, si pone l'obiettivo di consentire agli associati di progettare la propria pensione futura, e di capire le leve da azionare per raggiungere l'importo di pensione desiderato.All'interno del modello contributivo, per cui i versamenti di oggi si trasformano nelle pensioni di domani, costruire elementi di scelta che possano rendere quel modello ancora più flessibile e moderno è una opzione sulla quale deve obbligatoriamente puntare soprattutto chi tra qualche anno si troverà impegnato sul fronte dell'erogazione delle prestazioni.Dal lato delle risorse, invece, è consuetudine, quando l'occasione lo richiede, che le Casse facciano sentire la propria voce per comunicare alle istituzioni quali sono gli scenari plausibili per migliorare le disponibilità a fini previdenziali, e di conseguenza attivare quel circolo virtuoso in grado di dare maggiore spinta alla ripresa, anche con l'appoggio delle professioni.Sul piano individuale è normale per chi offre servizi di natura professionale - fiscale, amministrativo o gestionale nel caso dei Dottori commercialisti – sentirsi gratificato nell'essere riuscito ad aiutare con la propria conoscenza e le proprie expertise l'impresa sua cliente a uscire dalle paludi della stagnazione e a costruire nuove opportunità di sviluppo.Le professioni rappresentano oggi in Italia un volano, un punto di riferimento assai concreto per chiunque voglia proporre nuove idee, un valore aggiunto per elaborare e sviluppare politiche attive a favore di tutti i cittadini, spesso con costi diretti che rimangono a carico delle professioni stesse.La capacità di trasformare costi in risorse disponibili per la collettività è un'abilità a cui da tempo le professioni ci hanno abituato, come quella di evolversi, interpretando al meglio i cambiamenti nel costume, nei consumi, nella comunicazione, nelle tecnologie.La componente fondamentale per il mantenimento di questa attitudine passa necessariamente attraverso una attività di tutti i professionisti, od aspiranti tali, indirizzata a formarsi, ad aumentare il livello delle conoscenze e delle esperienze, a sprigionare un sempre maggior potenzialeA questo impegno si aggiunge la disponibilità degli Enti di Previdenza professionale a mettere a disposizione delle imprese, con gli opportuni strumenti finanziari e le dovute procedure, quella liquidità di cui c'è particolare bisogno.Questo ci porta a sottolineare la contraddizione insita in un sistema obsoleto, che brucia parte dei montanti contributivi nella fase di gestione delle risorse e accumulo dei rendimenti, dopo aver già programmato di sottoporre a tassazione la prestazione, che non aiuta certo a garantire una solida copertura pensionistica.Serve sollecitare la sensibilità delle istituzioni a voler rivedere l'anomalia tutta italiana di uno schema di tassazione che la stessa Bruxelles aveva suggerito di armonizzare secondo i regolamenti approvati da quasi tutti i Paesi europei.Se così fosse, ci troveremmo davvero di fronte a un segnale di grande apertura e lungimiranza da parte di chi, non senza difficoltà in questo particolare frangente, gestisce la macchina amministrativa del Paese. In un momento in cui è necessario soprattutto effettuare tagli concreti alla spesa pubblica ed efficientarne l'utilizzo – è la spending review, bellezza! – avere a disposizione risorse importanti da utilizzare per rilanciare la produttività di un Paese ancora troppo esposto, è un obiettivo a cui tutti insieme abbiamo il dovere di tendere.
* Presidente Cnpadc

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