Finanza

Macchinari innovativi, seconda call: a disposizione 132,5 milioni di euro

Dopo la prima chiamata le imprese devono prepararsi alla seconda edizione dello sportello

di Sergio Praderio

Lo scorso 30 luglio, a seguito del grande numero di domande di sostegno ricevute, si è aperto e si è chiuso, dopo poche ore, il primo sportello del nuovo bando «Macchinari innovativi», regolato dal decreto ministeriale del 30 ottobre 2019, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 297 del 19 dicembre 2019, e dal decreto direttoriale del 23 giugno 2020, destinato a rafforzare la competitività dei sistemi produttivi e lo sviluppo tecnologico nelle Regioni meno sviluppate.

In particolare il bando sostiene la realizzazione, in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, di programmi di investimento finalizzati alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese manifatturiere, favorendo l’applicazione dei principi dell’economia circolare. Il secondo sportello si aprirà non meno di sei mesi dal primo, prevedibilmente nei primi mesi del 2021.

La misura sostiene gli investimenti innovativi che, attraverso l’utilizzo delle tecnologie previste dal piano Impresa 4.0 oppure l’applicazione del paradigma dell’economia circolare, aumentino il livello di efficienza e di flessibilità dell’impresa, attraverso l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, nonché programmi informatici e licenze connessi all’utilizzo di questi beni materiali.

Le risorse disponibili ammontano a 265 milioni di euro (132,5 milioni per ciascun sportello), a valere sull’Asse III, Azione 3.1.1 del Pon «Imprese e competitività» 2014-2020 Fesr, dei quali il 25% è riservato ai programmi proposti da micro e piccole imprese.

Possono partecipare al bando le Pmi, i liberi professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali iscritte nell’elenco del Mise. Per agevolare la partecipazione delle micro e delle piccole imprese, che realizzano investimenti caratterizzati da comuni obiettivi di sviluppo, è consentita anche la partecipazione di soggetti che aderiscono ad un contratto di rete, fino ad un massimo di sei co-partecipanti, che preveda una collaborazione effettiva, stabile e coerente con gli obiettivi dei programmi proposti, eventualmente anche riferita ad una filiera produttiva.

Gli investimenti proposti devono essere finalizzati allo svolgimento di attività manifatturiere e di attività di servizi alle imprese, con esclusione del settore siderurgico, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, nonché della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche.

Gli investimenti devono essere relativi ad immobilizzazioni materiali e immateriali, acquistate nuove di fabbrica da terzi, e devono prevedere spese ammissibili non inferiori a 400mila euro e non superiori a 3 milioni. Per le reti di imprese, la soglia minima può essere raggiunta mediante la sommatoria delle spese connesse ai singoli investimenti proposti, che non possono in ogni caso essere inferiori a 200mila euro.

Gli investimenti devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di sostegno e prevedere una durata non superiore a dodici mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni.

L’agevolazione è concessa, mediante procedura valutativa a sportello, nella forma del contributo in conto impianti e del finanziamento agevolato, per una percentuale nominale pari al 75% della spesa ammissibile, in base alla dimensione dell’impresa: 35% di contributo e 40% di finanziamento, per le micro e piccole imprese; 25% di contributo e 50% di finanziamento per le medie imprese. Il finanziamento agevolato, a tasso zero e non assistito da particolari forme di garanzia, deve essere restituito entro 7 anni dalla data di erogazione dell’ultima quota a saldo delle agevolazioni. Un’impresa può presentare una sola domanda per ciascuno sportello agevolativo.

La partecipazione al secondo sportello rappresenta una grande opportunità per le imprese che intendono investire in nuovi macchinari innovativi, anche perché è cumulabile con altre agevolazioni, tra le quali il credito di imposta per investimenti in beni strumentali 4.0, se tale misura sarà mantenuta anche per gli investimenti effettuati nel 2021. Si suggerisce pertanto di considerarla nelle proprie strategie di investimento.

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