Professione

Fondo perduto: dal governo aperture ai professionisti

I ministri Catalfo e Patuanelli: verifiche per l’estensione del contributo agli iscritti agli ordini

ANSA

di Federica Micardi

Sul contributo a fondo perduto ai professionisti si apre uno spiraglio. Ieri agli Stati generali dell’Economia convocati dal Presidente del consiglio Giuseppe Conte a Villa Pamphilj a Roma, sono stati ascoltati, in rappresentanza di tutti gli Ordini, il presidente del Comitato unitario professioni Marina Calderone e il portavoce della Rete professioni tecniche Armando Zambrano.

L’incontro è durato quasi tre ore ed erano presenti anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Calderone e Zambrano hanno sottolineato lo stato di crisi in cui si trova il comparto del lavoro intellettuale e chiesto di non venire considerati lavoratori privilegiati, i 500mila professionisti che hanno fatto domanda per l’assegno di 600 euro denunciano una situazione di profonda difficoltà e l’esclusione dal contributo a fondo perduto per Calderone e Zambrano «rischia di far chiudere moltissimi studi professionale in difficoltà». Alla luce di quanto è stato detto i ministri Catalfo e Patuanelli si sono riservati di fare un’ulteriore verifica sui costi e sulle modalità per un’eventuale estensione di questo aiuto economico anche ai professionisti ordinistici (nonostante il recente parere negativo del Mef sugli emendamenti al decreto rilancio proprio su questo tema).

Cup e Rete professioni tecniche hanno presentato un pacchetto di proposte elaborato da tutte le professioni e sintetizzato in un Manifesto di dieci punti e tre macro-aree: sanitaria-sociale, tecnica, giuridico-giuslavoristica.

Il premier si è mostrato molto interessato alle proposte di semplificazione e di sburocratizzazione presentate. Buone notizie per l’applicazione del principio di sussidiarietà che vedrebbe la Pa sollevata da una serie di servizi che potrebbero essere svolti dai professionisti, il Governo sembra intenzionato ad accelerare su questa possibilità e Cup e Rete hanno dato la loro disponibilità per la scrittura delle norme; i ministri di Lavoro e Sviluppo economico si sono detti interessati ad aprire dei tavoli permanenti con le professioni presso i rispettivi ministeri per lavorare anche su questo fronte.

Nel presentare a Conte il ruolo delle professioni nell’economia italiana Calderone e Zambrano hanno sottolineato che i professionisti contribuiscono alla creazione del 14% del prodotto interno lordo, «la crisi sanitaria è diventata in breve tempo anche economica, ma non deve diventare sistemica - affermano - Con questo obiettivo chiediamo di valutare le nostre proposte a costo zero prima di elaborare un nuovo progetto per il Paese. Quale prima interfaccia della pubblica amministrazione, negli anni abbiamo sempre contribuito alla sua informatizzazione e crediamo che questa sia una strada da percorrere insieme ».

Sulla crisi del mondo professionale aggravata dall’emergenza Covid-19 è intervenuto anche il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella: «In un contesto economico gravemente compromesso dalla crisi innescata dall’emergenza Coronavirus - denuncia Stella durante il suo intervento agli Stati generali dell’economia - oltre 500 mila lavoratori indipendenti saranno espulsi dal mercato e saranno proprio i più giovani a subire le conseguenze più dolorose di una crisi che, nei primi due mesi di pandemia, ne ha già lasciati sul campo circa 190mila». Secondo Stella le misure messe in campo fino ad ora - si pensi ai 600 euro per marzo, aprile e, probabilmente, maggio - sono di corto respiro. «Occorre garantire nuove prospettive per un intero settore economico che lavora al fianco delle imprese e dei cittadini», afferma Stella. «Siamo intervenuti con le risorse del nostro sistema per sostenere professionisti e dipendenti degli studi professionali, in un contesto politico assai complicato che ha, in alcuni casi, messo in secondo piano i professionisti tra i destinatari delle misure di sostegno».

Il presidente del Colap Emiliana Alessandrucci ha sottolineato la necessuità di dedicare un capitolo specifico per le professioni nel rilancio del Paese, le cui direttrici devono essere equo compenso, sussidiarietà, valorizzazione delle competenze, formazione, semplificazione e innovazione.

Secondo il presidente Ancot Celestino Bottoni «Era necessario portare a conoscenza dell'Esecutivo alcune proposte che, speriamo, possano contribuire a dare al sistema Italia quella riforma del sistema fiscale finalizzata alla semplificazione e all'equità di cui necessita: la credibilità di qualsiasi strategia di rilancio, a nostro avviso, passa anche attraverso la battaglia contro un’eccessiva burocrazia».

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