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Coronavirus, serve un fisco gentile per aiutare le imprese

Ipotizzabile una moratoria non solo per la sospensione del pagamento dei tributi, ma anche delle altre scadenze fiscali

di Angelo Cremonese

Quello che il coronavirus sta producendo sul piano economico è, per il momento, decisamente più allarmante di ciò che ha causato dal punto di vista sanitario. Per convalidare questa considerazione è sufficiente soffermarsi sull'analisi dei dati che si stanno registrando nei settori maggiormente colpiti e sugli effetti che una rapida e progressiva paralisi sta provocando su gran parte della nostra economia. Calano i consumi e la produzione è rallentata da scarsità di materie prime; in questa situazione allarmante non si possono limitare i provvedimenti di sospensione degli adempimenti tributari alle sole zone “rosse” o a particolari aree geografiche. È necessario prendere atto che le aziende del nostro Paese stanno vivendo una situazione d'emergenza senza precedenti, in tempi recenti, e che quindi anche le scadenze di versamenti e adempimenti tributari debbono tenere conto di questo stato di cose.

Sono molti i provvedimenti che potrebbero aiutare le imprese, fra gli altri, si può pensare ad una moratoria non solo per la sospensione del pagamento dei tributi, ma anche, delle altre scadenze fiscali quali, ad esempio, la presentazione della dichiarazione Iva, delle liquidazioni periodiche, dell’esterometro, delle Cu (già recentemente spostata a fine mese). Si dovrebbe consentire il rinvio delle scadenze, prevedendo la non applicazione delle sanzioni in caso di presentazione tardiva.

Andrebbe poi ripensata, almeno limitatamente all'anno 2020, l’applicazione della normativa sulla non operatività, la disciplina delle società di comodo, quella delle società in perdita sistematica o, ancora, la revisione dei parametri a base degli Isa. Le incertezze sull’evoluzione del commercio internazionale e della domanda di servizi sono molto forti e il tessuto imprenditoriale italiano costituito in parte consistente da piccole e medie imprese ha bisogno di avere il tempo per riorganizzarsi e rialzare la testa. Il Governo non ha certamente un compito facile nel tentare d’individuare le misure per arginare questa crisi che ha colpito sia la domanda che l’offerta.

La politica fiscale è probabilmente lo strumento più efficace perché può essere mirata ai settori economici più colpiti, ma non basta. È necessario considerare che per tutte le imprese il 2020 non sarà un anno normale e, quindi, anche il Fisco dovrà fare la sua parte, raccogliendo le istanze di chi sta facendo fatica a non chiudere i battenti. La “macchina” della Pubblica Amministrazione non si deve fermare né subire rallentamenti ma, anche sul fronte delle verifiche e degli accertamenti, bisognerà ripensare ai budget predisposti prima che il virus si manifestasse. Lo Stato quindi, responsabilmente, dovrà farsi carico di provvedimenti che potranno anche incidere sul rinvio dìincassi previsti,ma,che in questa situazione, aiuteranno le imprese, già indebolite dalla persistente fiacchezza della congiuntura, a sopravvivere e, si spera, a “passare la nottata”.