Imposte

Alba scommette sulla chiarezza

di Filomena Greco

Una scelta di trasparenza e chiarezza. Che fa il paio con la campagna lanciata dal gigante dolciario di Alba, in occasione del suo settantesimo anniversario, sulla tracciabilità delle materie prime e sulla comunicazione diretta con il consumatore. L’approccio al mercato nel corso del 2016 ha visto Ferrero affrontare a viso aperto temi d’attualità come ad esempio l’utilizzo di olio di palma nei prodotti dolciari, a cominciare dalla Nutella. In questo quadro si inserisce la scelta di definire un piano di collaborazione e di certezza con uno stakeholder importante come l’agenzia delle Entrate. Nell’ottica della Ferrero, cuore italiano e sede principale della capogruppo Ferrero International in Lussemburgo, è fondamentale poter gestire il ramo italiano del Gruppo avendo partite fiscali certe, per ridurre gli eventuali rischi di contenzioso e per determinare, con altrettanta chiarezza, gli investimenti. Un punto di vista “da multinazionale”, a tutti gli effetti, per la quale è importante poter programmare con certezza costi, investimenti e partite fiscali. Da qui la scelta di sperimentare il modello di cooperative compliance per primi in Italia.

L’Italia rappresenta ad oggi circa il 17% del giro d’affari del Gruppo Ferrero nella sua totalità. Nell’ultimo dato di bilancio per il ramo italiano di Ferrero, diffuso prima di Natale, Ferrero Spa ha registrato ricavi (al 31 agosto 2016) per 2,67 miliardi di euro. Il mercato Italia vale 1,42 miliardi, in crescita dello 0,5% rispetto all’esercizio precedente, l’export sale a 915 milioni mentre Ferrero nel suo complesso punta a superare i 10 miliardi di ricavi. Definire dunque a priori il peso della voce “fisco” in Italia, ancora mercato di riferimento per il Gruppo piemontese insieme a Germania e Francia, ha indubbi vantaggi. Sia in termini di reputazione che in ottica di programmazione. A livello globale il Gruppo ha versato imposte nello scorso esercizio di bilancio per 376 milioni e in Italia è un contributore attivo, anche alla luce del risultato positivo per 201 milioni messo a segno tra il 2015 e il 2016.

Una scelta di chiarezza e collaborazione, quella della Ferrero, che richiama i principi della responsabilità sociale d’impresa perseguiti dal Gruppo, nei cui stabilimenti – 22 in tutto il mondo, quattro in Italia con 5.800 addetti su un totale di quasi 26mila – i processi di lavorazione della materia prima, nocciole, cacao, olio di palma in primis, sono completamente gestiti e controllati direttamente dall’azienda. Prima al mondo per quantità di nocciole lavorate.

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