Contabilità

La rivalutazione dei beni grava sugli ammortamenti

La norma contenuta nell’articolo 12bis del decreto liquidità

di Franco Roscini Vitali

Possibilità di rivalutare i beni d’impresa da soppesare con attenzione, esaminando vantaggi immediati e possibili svantaggi futuri.

Il decreto 23/2020, articolo 12bis, consente alle imprese di rivalutare le immobilizzazioni, materiali e immateriali.

Questa possibilità si differenzia per le modalità applicative in base ai destinatari: per la generalità delle imprese ricalca, nella sostanza, le precedenti rivalutazioni, mentre per il settore alberghiero e termale le modalità sono differenti.

In sintesi, le imprese che operano nel settore alberghiero e termale possono effettuare la rivalutazione gratuitamente e i maggiori valori sono riconosciuti ai fini delle imposte dirette e dell’Irap: immediatamente per quanto riguarda i maggiori ammortamenti e dopo un triennio in sede di cessione per plus/minusvalenze.

Per la generalità delle imprese, la rivalutazione può essere effettuata nei bilanci 2020, 2021 e 2022, mentre per le altre negli esercizi 2020 e 2021.

In questa sede non ci soffermiamo sulle modalità applicative, ma sulle criticità e sull’opportunità di utilizzare questa possibilità lasciata alla “discrezionalità tecnica” del redattore del bilancio: si tratta di una facoltà che deve essere gestita dalle imprese con attenzione e che impone alcune riflessioni, in particolare a quelle che presentano bilanci in perdita.

Infatti, l’articolo 2426, n. 3, Codice civile prescrive la svalutazione delle immobilizzazioni nel caso di perdite durevoli di valore delle stesse: inoltre, il principio contabile Oic 9, che detta le regole tecniche, si applica in particolare alle imprese con andamenti economici negativi che presentano perdite durevoli, non causate da situazioni momentanee.

Tutto questo dovrebbe essere oggetto di attenzione anche nella situazione che stiamo vivendo: nessuno oggi può escludere eventuali responsabilità degli amministratori nel caso di successivo dissesto.

A parte queste considerazioni, più o meno giuridiche, ci sono altri aspetti contabili e aziendalistici che dovrebbero essere oggetto di riflessione.

Innanzi tutto, al beneficio immediato costituito dalla contabilizzazione della riserva di rivalutazione che, integrando il patrimonio netto, può essere utilizzata a copertura delle perdite, si contrappongono maggiori ammortamenti futuri, ovvero maggiori costi che incideranno sui conti economici degli esercizi successivi.

I maggiori ammortamenti sono contabilizzati a partire dall’esercizio successivo a quello nel quale la rivalutazione è effettuata (Oic, Interpretativo 5/19).

Si deve tenere conto che, in via generale, la rivalutazione di un’immobilizzazione materiale o immateriale non comporta la modifica della vita utile: resta ferma la necessità, ai sensi dei principi contabili Oic 16 e Oic 24, di aggiornare la stima della vita utile nel caso in cui si sia verificato un mutamento delle originarie condizioni di stima.

Inoltre, non deve essere dimenticato che alcuni indici finanziari, a partire dall’esercizio nel quale la rivalutazione è effettua peggiorano.

È il caso del «Rendimento del capitale investito» (Roi) che misura il reddito operativo sull’attivo investito (RO/CI): è di tutta evidenza che la rivalutazione delle immobilizzazioni, incrementando l’attivo, peggiora il rendimento dello stesso.

Infatti, un reddito operativo di 10 su un attivo immobilizzato pari a 100 porta a un Roi del 10 per cento, che diminuisce all’8 per cento se l’attivo è incrementato di 25 diventando 125.

L’andamento del Roi può essere meglio osservato scomponendolo nei due componenti: reddito operativo sulle vendite (fattore economico: RO/V) e rigiro del capitale investito rispetto alle vendite stesse (fattore finanziario: V/CI).

Il primo, nel caso in questione, misurando il rendimento delle vendite non cambia, mentre è il secondo che peggiora il Roi: infatti, l’attivo investito, essendosi incrementato e appesantendo così la struttura, ha un rigiro inferiore rispetto alle vendite.

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