I temi di NT+Le massime di Cassazione

Detrazione Iva, ricorso per revocazione, costi da reato

Iva detraibile per le spese legali riaddebitate dalla controllante alla società veicolo acquisita e poi incorporata
È detraibile l’Iva delle prestazioni professionali di natura legale sostenute dalla controllante e riaddebitate alla società veicolo incorporata con fusione successivamente all’acquisizione. Questo in quanto il soggetto inciso non deve dimostrare il conseguimento di uno specifico interesse economico per legittimare la detrazione dell’Iva addebitatagli in fattura. Infatti è sufficiente, in virtù del principio di neutralità, la prova della mera rilevanza ai fini Iva dell’impiego dei beni e servizi acquistati, salvo che l’operazione risulti estranea all’attività imprenditoriale ovvero quando non vi sia un nesso diretto tra il servizio prestato e il corrispettivo ricevuto.
N Cassazione, sentenza 19341/2020

L’oggettiva inesistenza dell’operazione fa presumere la consapevolezza della frode in capo al contribuente
Se l’Amministrazione fornisce la prova dell’oggettiva inesistenza dell’operazione non è tenuta ad allegare alcuna prova ulteriore relativamente alla malafede del contribuente. Se viene, infatti, accertata l’inesistenza dell’operazione, si presume sempre la consapevolezza della frode e il contribuente è onerato della prova contraria.
N Cassazione, ordinanza 19377/2020

Sì al ricorso per revocazione in appello anche senza espressa domanda di pronuncia sul merito della controversia
È ammissibile il ricorso per revocazione proposto in grado di appello nel quale il ricorrente non chiede espressamente anche la pronuncia sul giudizio rescissorio ma, invocando l’errore revocatorio, si limita soltanto a riepilogare l’esposizione dei fatti, l’oggetto del contendere e gli specifici motivi del gravame. Nel giudizio tributario, infatti, con la domanda nella quale il ricorrente chiede la revocazione della sentenza d’appello, si intende ricompresa implicitamente anche la richiesta di pronuncia sul merito della controversia, avendo il giudice adito a disposizione anche il fascicolo processuale.
N Cassazione, sentenza 19450/2020

Senza rappresentante fiscale non spetta il rimborso dell’Iva alla società olandese che loca in Italia le piazzole di sosta all’interno di parcheggi
Non ha diritto al rimborso Iva la società olandese pone in essere in Italia, quale operazione accessoria a quella principale eseguita in Olanda e consistente nella prestazione di servizi aventi ad oggetto l’organizzazione di soggiorni turistici in tende da campeggio e case mobili, la concessione in locazione di piazzole di sosta all’interno di parcheggi, senza avere nominato un rappresentante fiscale. Nel caso di specie, infatti, il criterio esclusivo di individuazione del luogo di esecuzione della prestazione nello Stato dove è ubicato l’immobile, come disposto dalla lettera a) del quarto comma dell’articolo 7 del Dpr 633/1972, deroga al luogo in cui il prestatore ha stabilito la sede delle propria attività. Non assume altresì rilievo, in caso di pluralità di prestazioni parte delle quali relative ad immobili, la prevalenza e/o l’accessorietà delle une rispetto alle altre.
N Cassazione, sentenza 19634/2020

Senza litisconsorzio la richiesta del rimborso Iva della società estinta anche per l’intero ammontare
L’estinzione della società, intervenuta a seguito di cancellazione dal Registro imprese ed anche se non preceduta dalla fase di liquidazione, non preclude la legittimazione anche di uno soltanto degli ex soci per la richiesta di rimborso dell’intero importo del credito Iva maturato. L’estinzione della società, infatti, instaura sempre, tra gli ex soci, un regime di comunione indivisa, la quale, anche in caso di azione individuale di uno dei comunisti, esclude qualsiasi ipotesi di litisconsorzio e non limita il suo diritto al rimborso alla sola quota di partecipazione societaria originariamente detenuta.
N Cassazione, sentenza 19641/2020

La parziale attivazione del servizio di raccolta rifiuti legittima il giudice a ridurre la Tari sotto la soglia del 40%
In mancanza di indicazioni contenute nel regolamento comunale della Tari relativamente al caso di attivazione parziale del servizio di raccolta rifiuti, spetta sempre al giudice tributario, previo assolvimento dell’onere probatorio del contribuente, verificare i presupposti per concedere la graduata riduzione della tariffa tenendo conto dell’ubicazione dei locali e/o delle aree e della loro distanza dal punto raccolta. Questo in quanto per la Tari, anche nelle aree del territorio comunale dove il servizio di raccolta rifiuti viene effettuato solo parzialmente per qualsivoglia ragione, il tributo può essere preteso dal Comune in misura almeno pari al quaranta per cento della tariffa ordinaria al fine di riequilibrare i costi generali del servizio con quelli che il cittadino è obbligato a sostenere per fare fronte alla mancata raccolta.
N Cassazione, ordinanza 19767/2020

Deducibile il contributo in conto impianti anche se l’acquirente è consapevole della frode fiscale
Il contributo in conto impianti concorre a formare il reddito d’impresa in stretta correlazione con il processo di ammortamento del bene cui il contributo è collegato, ovvero in misura proporzionalmente corrispondente alle quote di ammortamento dedotte in ciascun esercizio. Pertanto, anche nel caso di costi sostenuti per il pagamento di fatture emesse per realizzare operazioni soggettivamente inesistenti riferite a prestazioni di servizi inerenti gli stessi impianti, la cui inerenza non è contestata, permane il requisito della deducibilità nella determinazione del reddito d’impresa anche se l’acquirente è consapevole della frode e ciò in base al comma 4-bis dell’articolo 14 della legge 537 del 1993, così come novato dal comma 1 dell’articolo 8 del Dl 16/2012 (cosiddetti «costi da reato»).
N Cassazione, sentenza 19781/2020