Controlli e liti

Per la giustizia tributaria risorse dal Recovery fund

L’annuncio del ministro Franco all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Leone: Mef e Parlamento consapevoli delle carenze. Postal: la videudienza stenta

di Ivan Cimmarusti

Il restyling del contenzioso passa dal Recovery fund. La conferma che anche la giurisdizione fiscale potrà ottenere parte dei finanziamenti europei dai complessivi 190 miliardi arriva dal ministro dell’Economia Daniele Franco: «La giustizia tributaria potrà sicuramente beneficiare degli interventi di digitalizzazione e di innovazione di processi, prodotti e servizi che saranno intrapresi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Un particolare di non poco conto, emerso nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario della fase di merito. Reso ancor più rilevante dalla presenza all’evento della ministra della Giustizia Marta Cartabia, competente solo per il giudizio di legittimità in Cassazione. Ma il loro incontro alla presenza dei giudici tributari e del loro presidente Antonio Leone, al vertice del Cpgt, lascia presagire interventi congiunti per migliorare una giurisdizione per molti anni definita di «serie B».

Il ministro Franco ne è convinto: «Per favorire la ripresa economica, dopo la profonda recessione causata dalla pandemia, è necessario avere una pubblica amministrazione più efficiente e un contesto regolamentare e fiscale favorevole alla crescita economica». Per questo «il ministero dell’Economia d’intesa con il ministero della Giustizia è pronto all’adozione di iniziative nel settore della giustizia tributaria. C’è il bisogno di assicurare e consolidare il principio della prevedibilità della decisione», dice, aggiungendo che ai «cittadini e alle imprese bisogna assicurare una giustizia che fornisca tempestivamente certezza giuridica: tale certezza non potrà che produrre effetti positivi» anche in termini di «sostenibilità del quadro generale di finanza pubblica».

In questo senso va l’istituzione di un gruppo di lavoro «interministeriale» dedicato proprio alla pianificazione di un riassetto sostanziale della giurisdizione nella fase di legittimità e di merito.

Ed è proprio in quest’ultima che nel 2020 sono state segnalate svariate problematiche, almeno stando alla relazione del presidente del Cpgt Antonio Leone. Alla presenza di altri rappresentanti delle istituzioni - come la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana, della presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi e del consigliere nazionale dei commercialisti Maurizio Postal - Leone ha snocciolato il funzionamento nell’anno del Covid di Ctp e Ctr, con un occhio critico sullo stallo della videoudienza.

«Fin dall’inizio del periodo emergenziale, la giustizia tributaria è stata completamente ignorata», ha detto Leone. «Il ministero dell’Economia ed il Parlamento - ha aggiunto - sono sempre stati consapevoli che non tutte le Commissioni (sia provinciali sia regionali, ndr) avessero le stesse dotazioni» informatiche. E infatti, «ad oggi, causa i perduranti problemi alla rete, quasi in nessuna Commissione è possibile effettuare più di una video udienza contemporaneamente». Il problema sta nell’attuazione della udienza da remoto, in quanto fatta sostanzialmente «a costo zero» ha precisato il presidente del Cpgt.

Sull’attuazione a macchia di leopardo della videoudienza è intervenuto Postal del Cndcec: «Ad ormai quattro mesi dall’approvazione delle regole per lo svolgimento delle udienze a distanza, la videoudienza ancora stenta a decollare. L’aspetto che più preoccupa i contribuenti e i loro difensori è che sono ancora poche le Commissioni tributarie attrezzate per gestire con modalità telematica le udienze pubbliche.

Con la conseguenza che la maggior parte di esse continua ad essere svolta con la modalità “cartolare”, con il deposito di memorie scritte, senza possibilità di incontro e di discussione orale tra le parti e il Collegio giudicante».

Leone, inoltre, ha voluto rimarcare il suo pensiero sulla prospettiva di riforma della giurisdizione, facendo riferimento all’accesso alla magistratura tributaria attraverso concorso. Una posizione accolta con favore anche dall’Unione nazionale camere avvocati tributaristi, che in una nota del suo presidente Antonio Damascelli, ha precisato di essere «da sempre convinto che questo passaggio garantisca l’auspicata tecnicalità del giudice tributario».

Nel corso dell’incontro, sono stati diffusi anche i numeri principali del processo tributario di merito: va rilevata una prevalenza dei giudizi favorevoli all’Ufficio impositore, che si sono attestati ad una percentuale del 48 per cento. I giudizi favorevoli al contribuente sono stati il 38 per cento, mentre quelli che hanno avuto un esito intermedio sono stati il 14 per cento.

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