Il CommentoControlli e liti

Le tutele asimmetriche e la leva della sfiducia

Non appare accettabile che il fisco si avvantaggi, in modo sproprorzionato, con due anni in più sui controlli

di Maria Carla De Cesari

In questa fase così drammatica occorre evitare un fuggi fuggi da parte di chi ha l’obbligo di pagare le tasse e di osservare gli obblighi fiscali. Comportamenti che devono trovare la base in un patto di lealtà fisco-contribuenti. Proprio per questo non appare accettabile che il fisco si avvantaggi, in modo sproprorzionato, con due anni in più sui controlli.L’aver scomodato un decreto legislativo del 2015 per giustificare l’allungamento dei termini di accertamento ha probabilmente ragioni razionali, fra tutte forse il fatto di non abdicare sul fronte della lotta all’evasione, con i relativi riflessi sul gettito.

Eppure, proprio in questa situazione eccezionale, il ricorso ai termini lunghi per le verifiche fiscali suona stonato. Le difficoltà dell’amministrazione non possono essere sempre risolte con garanzie e regole asimmetriche a svantaggio dei contribuenti.

Perché la tutela squilibrata a danno dei cittadini rischia di portare con sé un messaggio - la sfiducia nell’amministrazione - di cui oggi non c’è bisogno. E la sfiducia, purtroppo, ha un effetto leva nei comportamenti di cui pagheremo in futuro un prezzo oggi non ancora quantificabile. In un momento di equilibri così delicati si deve dar prova di mettere al bando privilegi, anche quelli ascrivibili - in teoria - a una causa inattaccabile come la lotta all’evasione.