Finanza

A sostegni, lavoro e salute l’80% dei fondi del decreto

Via libera in Consiglio dei ministri dopo oltre tre ore di confronto al provvedimento con i nuovi aiuti all’economia. Fra le novità le maglie allargate sugli aiuti di Stato e 200 milioni per le grandi imprese

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Sono servite più di tre ore di confronto, che hanno fatto slittare nel tardo pomeriggio la riunione ufficiale del consiglio dei ministri, per trovare nell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi i compromessi necessari per il via libera al decreto. Le fibrillazioni si sono concentrate su due temi ad alta intensità politica: il «condono» delle vecchie cartelle, come lo definisce lo stesso capo del Governo, sarà limitato agli atti fino a 5mila euro affidati fino al 2010 e riservato a chi ha redditi non superiori a 30mila euro. E il blocco dei licenziamenti, che in parallelo con la Cig Covid proseguirà fino al 30 giugno, per allungarsi al 31 ottobre dove non c’è la Cassa ordinaria.

Per il resto, il decreto approvato venerdì 19 marzo in Consiglio dei ministri, e atteso nel suo testo definitivo in «Gazzetta Ufficiale» all’inizio della prossima settimana, nell’impianto di massima conferma le attese della vigilia, e non si allontana troppo dall’architettura generale avviata a gennaio dall’allora ministro dell’Economia Gualtieri dopo l’approvazione in Parlamento del deficit aggiuntivo. Deficit ampio, 32 miliardi assorbiti integralmente dal decreto, ma insufficiente, come ha confermato in conferenza stampa lo stesso Draghi.

Nella graduatoria degli stanziamenti stilata in conferenza stampa dal ministro dell’Economia Daniele Franco il primo posto è inevitabilmente occupato dagli aiuti alle partite Iva fino a 10 milioni di euro di fatturato 2019, che costano 11 miliardi a cui si aggiungono i 700 milioni del turismo invernale. Questi ultimi fondi andranno per il 70% agli impianti di risalita (490 milioni), mentre il resto sarà diviso fra i Comuni dei comprensori sciistici. Un’ultima quota servirà a indennizzare i maestri di sci. «La risposta è parziale - riconosce il presidente del Consiglio riflettendo sul complesso dei «sostegni» - ma è il massimo che potevamo fare», prima del nuovo scostamento in programma insieme al Def di aprile. Sul punto per ora il capo del governo non dà cifre perché i conti finali si faranno nei prossimi giorni anche alla luce degli indicatori più aggiornati su pandemia ed economia.

Nella parte «aiuti» non vanno però i 200 milioni del fondo Mise per i prestiti agevolati alle grandi imprese in crisi, escluse dagli altri meccanismi di sostegno. Anche in questo caso si tratta di un primo passo, che appare destinato a essere integrato nei prossimi provvedimenti. Altri 200 milioni vengono destinati agli enti locali per aiuti ulteriori agli esercizi commerciali e ai ristoranti nei centri storici.

Tutto il sistema degli aiuti si integra con le modifiche al Temporary Framework, su cui il decreto allinea le regole italiane agli ultimi emendamenti comunitari. Due le novità principali: il limite generale si alza da 800mila euro a 1,8 milioni, e arriva a 10 milioni per i contributi a copertura dei costi fissi. E i calcoli saranno riferiti alla singola impresa e non al gruppo, superando così il rischio di restituzione che pendeva su molte aziende con il criterio precedente.

Dietro ai sostegni si piazza il lavoro, che totalizza circa 8 miliardi fra Cassa integrazione, indennità speciali per stagionali e sportivi e rifinanziamento con 400 milioni del fondo occupazione per i lavoratori dell’Ilva. Sale a 2,5 miliardi lo stanziamento per la decontribuzione a favore di lavoratori autonomi e del settore agricolo. Ma il provvedimento, come ha voluto sottolineare con una certa forza Draghi, si occupa a lungo anche di chi il lavoro l’ha perso o non riesce a trovarlo: a guidare le misure antipovertà c’è il miliardo aggiuntivo per il reddito di cittadinanza e gli 1,5 miliardi in più per il reddito di emergenza.

Le novità più rilevanti rispetto alla griglia iniziale riguardano invece i vaccini, che chiedono circa 5 miliardi tra acquisto, logistica, avvio della produzione italiana e remunerazione del personale sanitario e delle farmacie.

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