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Il comune vince sugli estimi ma si paga di più

di Tonino Morina

Un esempio di giustizia beffata dalla burocrazia è quella che stanno subendo, da più di dieci anni, i cittadini di Francofonte, in Sicilia.

Il Comune ha vinto il ricorso vedendosi riconosciute le ragioni sulle esagerate tariffe catastali applicate sugli immobili, che sono superiori, ad esempio, non solo a quelle di Comuni vicini quali Scordia, Lentini o Carlentini, ma anche a quelle di città come Catania, Siracusa o Palermo. Con la differenza che una casa a Francofonte, di circa cento metri quadri, in buone condizioni, si può comprare a prezzi variabili da 40mila a 80mila euro, mentre a Catania, Palermo o Siracusa, per lo stesso immobile, ci vogliono cifre variabili da 200mila, in periferia, fino a 500mila euro, al centro della città.

A seguito del ricorso presentato, il Consiglio di giustizia amministrativa ha acclarato e dichiarato l’illegittimità delle tariffe d’estimo impugnate dal Comune di Francofonte, ritenendo che la fondatezza dell’appello risulta incontrovertibilmente dagli esiti dell’istruttoria disposta, evidenziando la disparità delle tariffe d’estimo impugnate e la loro oggettiva irragionevolezza.

Dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa, depositata il 2 marzo 2009, l’agenzia del Territorio di Roma, comunica, con nota del 26 ottobre 2010, che, essendo stato accolto il ricorso, sarà cura «della scrivente richiedere il parere propedeutico al procedimento di revisione parziale degli estimi alla Commissione censuaria centrale, che all’attualità risulta costituita, ma non ancora operante, in attesa del completamento dell’iter di nomina dei relativi componenti». Insomma, in pochi giorni si sarebbe dovuto risolvere tutto.

Il problema è stato però riportato sulla Gazzetta ufficiale 254 del 29 ottobre 2010, con la nota dell’agenzia del Territorio di Roma che rendeva noto l’accoglimento del ricorso, facendo presente che, in attesa del decreto che doveva recepire le nuove più basse ed eque tariffe elaborate e condivise sia dal Comune di Francofonte, sia dall’ufficio del Territorio di Siracusa, nel frattempo erano state ripristinate le tariffe precedenti di cui al decreto del 27 settembre 1991. Il doppio paradosso è che le vecchie tariffe erano ancora più alte ed esagerate di quelle che dovevano essere corrette. Ma, come si è detto, doveva essere questione di giorni.

Il guaio è che i “pochi giorni”, dal 29 ottobre 2010, si sono prolungati fino a oggi, in pratica sono passati più di dieci anni, e i cittadini di Francofonte sono doppiamente beffati. In parole povere: le vecchie rendite, fino al 2002, erano, ad esempio, 120, dal 2002, le nuove rendite erano 100, ma il ricorso del Comune era stato accolto, riconoscendo che le giuste rendite, viste e confrontate con quelle dei Comuni più ricchi, dovevano essere 50. Come si è detto, però, in attesa della correzione ufficiale e definitiva, di 50, si dovevano applicare le rendite di 120, superiori a quelle altissime e sbagliate di 100.

La beffa è doppia, perché il Comune di Francofonte ha vinto il ricorso, ma, come si è detto, i cittadini devono pagare di più in termini di imposte dirette, Imu, Tasi e altre imposte indirette. La lentezza del legislatore o degli uffici competenti, che devono recepire le nuove tariffe condivise da tutti, è ingiustificata per la ragione che punisce un Comune che ha vinto il ricorso, penalizzando ingiustamente i cittadini. È in ogni caso intollerabile e inaccettabile il ritardo che crea danni ai cittadini, considerato che il piccolo Comune di Francofonte si trova nella situazione paradossale di avere vinto il ricorso nel 2009 perché le tariffe degli estimi catastali erano esagerate, ma, a seguito della sentenza favorevole, i cittadini pagano più di prima.