Diritto

Ocri, Confindustria: ad agosto 2021 l’allerta per i piccoli

Riparte il confronto con la Giustizia sulle modifiche al Codice

di Giovanni Negri

Una proroga dell’allerta più ampia anche di quella di recentissima approvazione. Una diversa procedura di selezione del componente amico degli Ocri, con apertura anche a figure diverse da quelle oggi previste. Revisione della disciplina del concordato e della liquidazione sul fronte lavoristico. Riparte da questi temi il confronto tra Confindustria e ministero della Giustizia, dopo il faccia a faccia tra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il presidente della piccola impresa di Confindustria, Carlo Robiglio. Un confronto i cui esiti dovranno poi essere tradotti nel decreto correttivo, in discussione in Parlamento.

Se nel pacchetto di misure approvato lo scorso fine settimana per affrontare l’emergenza sanitaria ha trovato posto anche lo slittamento, per tutte le imprese interessate, delle segnalazioni di allerta, dal 15 agosto 2020 al 15 febbraio 2021, ora Confindustria rilancia, sollecitando una finestra ancora più ampia. Dovrebbe così essere previsto uno slittamento più esteso, al 15 agosto del prossimo anno, per le sole piccole imprese, mentre per le medie la data dovrebbe rimanere quella attuale (comunque oggetto dell’ultimissima proroga) di febbraio.

Al 15 agosto di quest’anno, in questa mappa delle scadenze determinate dal Codice della crisi d’impresa, resterebbe invece legata l’entrata in vigore del resto delle misure della riforma, dalle modifiche al concordato preventivo alla procedura di liquidazione. Dopo l’ultimo intervento in sede di conversione del decreto milleproroghe, è legato al 29 aprile, invece, il nuovo termine per l’adozione dell’organo di controllo interno da parte delle Srl.

In ogni caso, nella valutazione di Confindustria (che sollecita anche la revisione delle soglie di segnalazione da parte dei creditori qualificati, portandole a quelle previste per la responsabile penale per omesso versamento Iva), lo slittamento è tanto più necessario per l’effetto coronavirus sull’economia, che fa ritenere altamente probabile un aumento significativo delle 60mila imprese in difficoltà stimate da Cerved in prospettiva allerta.

Esiste poi un tema Ocri, che appaiono in larga parte sguarniti di poteri e prerogative di spessore tale da facilitare il raggiungimento di accordi transattivi extragiudiziali, alternativi alla classica procedura concorsuale. In discussione quindi l’introduzione di leve e incentivi che ne possano facilitare l’azione.

Ma sull’Ocri serve anche un intervento sul componente amico. Anche perché la soluzione del correttivo, sia pure apprezzabile, nella valutazione di Confindustria mette comunque in difficoltà le associazioni di categoria, chiamate a scelte un po’ troppo “alla cieca: si propone così di prevedere che il componente amico venga individuato dal referente camerale, scegliendo tra tre nominativi indicati dall’associazione d’intesa con il debitore. Componente amico che poi dovrebbe potere essere scelto anche tra soggetti estranei al circuito delle procedure e degli iscritti al futuro Albo (almeno nell’assetto attuale), comprendendo anche figure con competenze nel settore di attività del debitore.

Cruciale infine il tema del lavoro, dove sul tavolo ci sono le condizioni previste dal Codice della crisi nel caso di trasferimento d’azienda che interessa imprese in liquidazione o in concordato preventivo liquidatorio. Tra queste, l’obbligo di continuità del rapporto di lavoro del cessionario e quello della corresponsione del medesimo trattamento economico, oltre al divieto di licenziamento. Qui la sottolineatura è per l’assetto probabilmente squilibrato dei livelli occupazionali di un’impresa interessata da procedura liquidatoria e la richiesta diventa quella di evitare condizioni troppo rigide, affidandosi piuttosto alle trattative sindacali.

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