I temi di NT+Le massime di Cassazione

Crediti Iva, esportatori abituali e affitto d’azienda

Riportabile entro il secondo anno il credito Iva maturato anche con dichiarazione omessa

L’omessa presentazione della dichiarazione Iva non fa perdere il diritto alla detrazione del credito maturato nel corso dell’anno a condizione che lo stesso credito venga poi ripreso ed indicato nella dichiarazione Iva dell’anno successivo. Il diritto alla detrazione infatti deve sempre essere esercitato entro la scadenza prevista per la presentazione della dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto è sorto.

Cassazione, ordinanza 14055/2020

Senza Iva l’addebito dei costi se il cliente recede dal contratto

Ai fini Iva deve sempre sussistere un nesso diretto tra il servizio reso ed il controvalore ricevuto perché le somme versate costituiscono il corrispettivo della prestazione fornita nell’ambito del rapporto giuridico di scambio di prestazioni reciproche. Pertanto non è soggetta ad Iva la fattura emessa per l’addebito dei costi di recesso dal contratto a seguito di rinuncia del cliente perché manca il nesso diretto con il servizio reso a titolo oneroso. Laddove l’Iva di rivalsa una volta pagata, però, sia stata indebitamente addebitata al cessionario questi non potrà presentare istanza di rimborso all’Erario, ma dovrà agire con azione di ripetizione nei confronti del cedente.

Cassazione, ordinanza 14285/2020

No a tempi indeterminati per il controllo del condono fiscale

Non possono essere indeterminati i tempi per il controllo del «condono fiscale» ancorché i rapporti tributari oggetto di tale definizione non possano intendersi definiti prima del controllo da parte dell’Amministrazione sulla correttezza, completezza e sufficienza degli adempimenti necessari. Questo in quanto l’articolo 24 della Costituzione non consente che il contribuente resti assoggettato all’azione esecutiva dell’Erario per un tempo indeterminato o comunque eccessivo o irragionevole.

Cassazione, ordinanza 14289/2020

Nessuna sospensione degli interessi ma maturazione della prescrizione per il creditore non insinuatosi nel fallimento

Il creditore, rimasto estraneo alla procedura concorsuale, può agire contro il fallito per ottenere un provvedimento che, pur non essendo immediatamente opponibile alla massa dei creditori, diventa poi esigibile nel momento in cui il fallito ritorna in bonis. In tal caso sui crediti dallo stesso vantati non vale la sospensione del decorso degli interessi, che opera solo all’interno della procedura. Continua però a maturare la prescrizione dei crediti per interessi, che può essere utilmente interrotta solo attraverso la proposizione della domanda di insinuazione al passivo.

Cassazione, sentenza 14527/2020

Nessuna autofattura e detrazione dell’Iva all’esportatore che ha splafonato

L’esportatore abituale che, dopo avere utilizzato nel 2003 oltre al limite stabilito il plafond accumulato ai fini Iva nell’anno 2001, non può emettere autofattura e portare in detrazione con la presentazione della dichiarazione Iva il credito conseguente all’imposta che avrebbe dovuto versare. Per le operazioni, effettuate in regime di sospensione d’imposta ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera c), del Dpr 633 del 1972 non rientranti nel plafond stabilito, non rileva, ai fini del riconoscimento del diritto alla detrazione, qualsiasi versamento dell’Iva successivo alla scadenza del termine relativo al plafond di riferimento.

Cassazione, ordinanza 14585/2020

Senza Iva l’indennità all’amministratore di sostegno anche se pagata a un avvocato

L’attività di amministrazione del patrimonio svolta dall’amministratore di sostegno non è normalmente riconducibile ad un’attività economica e quindi l’indennità assegnata dal giudice non risulta imponibile ai fini Iva anche se svolta da un avvocato. Salvo il caso di esercizio con carattere di stabilità o comunque a titolo oneroso, ai fini dell’imponibilità Iva, infatti, prevale non tanto la connotazione soggettiva di professionalità di chi amministra i beni del soggetto beneficiato dall’amministrazione di sostegno bensì l’oggettiva natura economica dell’attività esercitata.

Cassazione, sentenza 14846/2020

Senza Iva la cessione delle rimanenze di merci incluse nel contratto di affitto d’azienda

Nel caso di affitto d’azienda, da una parte non sussiste alcuna rilevanza ai fini Iva per la cessione delle rimanenze di merci dal concedente in locazione al locatario. Dall’altra parte e specularmente, non sussiste alcuna cessione rilevante ai fini Iva nel caso della loro restituzione dal locatario al proprietario dell’azienda al termine del contratto. Infatti i beni organizzati in funzione dell’esercizio dell’impresa, ivi incluse le rimanenze, sono sempre considerati unitariamente come complesso aziendale e permangono in capo al locatore, che concede al locatario il diritto personale di sfruttamento del bene produttivo rappresentato dall’azienda.

Cassazione, ordinanza 14864/2020