Adempimenti

Oltre 178mila domande arrivate in un giorno alle Casse di previdenza dei professionisti

Nonostante i crash, le prime richieste sono state inviate. Record di Cassa forense: 77mila in 8 ore

di Federica Micardi

Sono più di 175mila le domande per il bonus da 600 euro arrivate ieri alle Casse di previdenza dei professionisti, nonostante una partenza a singhiozzo e il crash di diversi siti.

Il decreto 28 marzo 2020 che sancisce l’erogazione del bonus per medici, avvocati, commercialisti, infermieri eccetera è stato pubblicato la notte scorsa sul sito del ministero del Lavoro. Il testo, firmato, ha permesso alle Casse di previdenza, dalle 12 di ieri, di avviare la procedura per accogliere le richieste. Un avvio non senza difficoltà. Diversi siti, chi più chi meno, non hanno retto all’altissimo numero di collegamenti e sono collassati.

Le richieste ricevute Cassa per Cassa

Cassa forense in otto ore ha ricevuto più di 77mila domande.

A seguire abbiamo Enpap, l’ente di previdenza degli psicologi: le domande arrivate sono 22.500, (su un totale di 60mila iscritti); Inarcassa - ingegneri e architetti - ha ricevuto 20.641 domande; Cassa dottori commercialisti intorno ai 20mila, Enpam (medici) poco più di 9mila, Inpgi2-giornalisti 7mila, Enpav-veterinari 6mla (su 30mila iscritti), Enpacl-consulenti del lavoro 5.400 (su 26mila iscritti), Cassa ragionieri 3.396 (su 28mila iscritti), Epap (attuari, chimici, fisici, geologi, dottori agronomi e dottori forestali) 2.800, Eppi-periti industriali 2mila, Enpab-biologi 1.200 (su 13.400 iscritti), Enpapi-infermieri 600, Enpaia-agricoli 500 (alle ore 13), Cassa notariato 13. . Alle ore 20 le domande arrivate sono oltre 178mila, e continuano ad aumentare.

Dato che per l’erogazione del bonus viene seguito l’ordine cronologico della domanda era prevedibile questo “assalto alla diligenza”. Ad appesantire l’intera procedura è stata la richiesta, contenuta nel decreto, di allegare un documento d’identità valido e il codice fiscale. «Una pratica anacronistica, sarebbe bastato dire agli enti di certificare l’identità degli iscritti – suggeriscono dalle Casse – chi ha già la sezione riservata non avrebbe avuto nessuna difficoltà».

I fondi a disposizione

Il plafond messo a disposizione per gli iscritti alle Casse è di 200 milioni di euro, sufficiente per soddisfare 333.333 richieste, secondo molti una cifra che non arriverà a coprire tutte le istanze. Può chiedere il bonus chi guadagna meno di 35mila euro e ha visto limitata l’attività a causa del Covid-19 o chi guadagna tra i 35mila e i 50mila euro e ha subito una contrazione del 33% del reddito nel primo trimestre 2019.

L’erogazione del bonus

Ora si apre un altro fronte, ed è quello dell’erogazione del bonus che le Casse dovranno anticipare. Il ministero si è impegnato a restituire quanto versato nell’arco di un mese. Le Casse sono tenute a raccogliere le richieste e a inoltrare ai ministeri di Lavoro ed Economia un resoconto settimanale delle domande ricevute e di quelle accolte, il primo invio è previsto per l’8 aprile. Non viene specificato, però, se le Casse possono da subito erogare gli aiuti o se devono aspettare che i ministeri verifichino le informazioni raccolte.

Su questo aspetto ci sono, tra i presidenti delle Casse, due correnti, la prima favorevole all’erogazione immediata, la seconda che preferirebbe aspettare il primo monitoraggio, con il rischio però di vedere esaurito l’importo messo a disposizione. Se le Casse anticipano il bonus e poi si scopre che le domande sforano il plafond cosa succede?

Nel decreto si legge che qualora sulla base dei risultati raccolti si dovesse rilevare uno scostamento tra in numero di richieste e le risorse disponibili il ministro del Lavoro lo comunicherà agli enti che potranno «erogare ulteriori prestazioni» solo se il Mef apporterà con propri decreti una rimodulazione delle risorse stanziate con il decreto Cura Italia. Quindi stop alle erogazioni fino a quando il Fondo per il reddito di ultima istanza non viene rifinanziato. Il riferimento all’erogazione di “ulteriori prestazioni” fa presupporre che prestazioni siano state già erogate tra il primo e l’8 aprile. E alcuni enti si stanno già accordando con le banche per accreditare i soldi il prima possibile. E in merito a cosa succede se si supera il plafond la risposta sembra essere che si deve aspettare che il fondo per il reddito di ultima istanza venga rifinanziato.

Il presidente Adepp Alberto Oliveti, in contatto con il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ha chiesto e continua a chiedere la garanzia della copertura per le domande eccedenti il plafond e un sostegno alla liquidità per le Casse piccole che potrebbero trovarsi in difficoltà ad anticipare i soldi. Si spera che una risposta in tempi brevi.

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