Imposte

Soluzioni diverse per ridistribuire liquidità nel gruppo

Le multinazionali possono far fronte ai probemi di liquidità infragruppo in vari modi

di Massimo Bellini

La crisi economica legata al coronavirus sta creando problemi di liquidità per molti gruppi. Ci sono però vari modi in cui le multinazionali possono ridistribuire all’interno del gruppo la liquidità disponibile.

Una prima soluzione può essere quella di modificare le scadenze di pagamento intercompany, concedendo dilazioni o anticipi. Dal punto di vista del transfer pricing bisogna considerare che un’estensione dei termini di pagamento potrebbe richiedere l’applicazione (o la maggiorazione) di tassi di interesse. Al riguardo vi sono state in passato numerose contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria. Tuttavia, il contesto di difficoltà economica dovrebbe poter consentire di dimostrare la piena conformità di questi comportamenti alle logiche di mercato. Ove possibile, l’individuazione di situazioni comparabili realizzate con controparti terze consentirebbe di supportare al meglio le modifiche alle operazioni intercompany.

L’implementazione (o il maggior sfruttamento) del cash pool può essere un’alternativa. Grazie all’aggregazione delle singole posizioni debitorie e creditorie, il cash pool consente di ottimizzare la gestione della liquidità e di ottenere tassi più favorevoli. L’analisi sui prezzi di trasferimento richiede di quantificare i benefici del contratto di tesoreria accentrata (dati dal differenziale tra i tassi di mercato e i tassi applicati sul conto di cash pool) e allocarli tra i partecipanti. Dev’essere valutata attentamente la remunerazione del cash pool leader, che può essere di tipo routinario (nel caso in cui fornisca un servizio di supporto alla gestione del contratto), oppure commisurata agli spread sui tassi (nel caso in cui sostenga maggiori rischi finanziari).

Un’ulteriore opzione può essere il ricorso a finanziamenti infragruppo. In merito è importante ricordare che, sulla base delle nuove indicazioni Ocse per le operazioni finanziarie, l’analisi sui finanziamenti richiede non solo di individuare il tasso di mercato, ma anche di valutare la correttezza del rapporto tra debito e capitale. Il finanziamento potrebbe essere infatti riqualificato in capitale con effetti sulla deducibilità degli interessi. Secondo l’Ocse gli indicatori utili per il corretto inquadramento potrebbero essere la presenza di scadenze prefissate per il rimborso e per il pagamento degli interessi, l’esistenza di garanzie, la capacità del debitore di ottenere il finanziamento da terzi, le modalità di impiego dei fondi, il mancato pagamento o la richiesta di riscadenziamento, e così via.

In alcuni settori si potrebbe inoltre valutare il riacquisto di merci invendute. Secondo le linee guida, il valore di trasferimento dello stock in caso di riorganizzazioni può essere determinato, a seconda dei casi, sulla base di evidenze di mercato di beni comparabili oppure con il metodo del prezzo di rivendita, scontando il valore delle future attività di vendita e marketing, o con il cost plus.

Anche la cessione dei crediti infragruppo può essere una soluzione. Tuttavia bisogna considerare che tali operazioni non rilevano ai fini della trasformazione delle attività per imposte differite in crediti d’imposta, come previsto dall’articolo 55 del decreto “cura Italia”.

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