Professione

Commercialisti, sanzioni disciplinari per le offese sui social

La modifica dell’articolo 39 del Codice deontologico entra in vigore dal 1° aprile

di Federica Micardi

Commercialisti attenti all’uso dei social network, potrebbe ledere l’immagine della professione e far scattare le sanzioni disciplinari, che ricordiamo sono: censura, sospensione e radiazione.

Dal 1° aprile entrerà infatti in vigore la modifica all’articolo 39 del Codice deontologico della professione.

L’articolo 39, prima intitolato «Rapporti con la stampa» è diventato «Rapporti con i mezzi di informazione e di comunicazione sociale» e si è aggiunto il seguente secondo comma : «Nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, ivi inclusi i social network, l’iscritto deve, in ogni caso, agire con rispetto e considerazione e preservare l’immagine e il decoro della professione, assicurando l’osservanza dei doveri e il rispetto degli obblighi» indicati negli articoli 6 (Integrità), 11 (Comportamento professionale), 15 (Comportamento tra colleghi), 28 (Incarichi istituzionali) e 29 (Rapporti con gli Ordini e consigli di disciplina locali e il Consiglio nazionale) del Codice deontologico.

Il Consiglio nazionale ha deciso questo aggiornamento perché, spiega il vicepresidente della categoria Giorgio Luchetta, «negli ultimi anni l’uso dei social ha visto aumentare le situazioni in cui colleghi si permettono di scrivere senza filtri, scadendo nel turpiloquio, nell’insulto o nell’offesa senza quasi rendersente conto, con attacchi offensivi e lesivi anche nei confronti dei colleghi. Il nuovo articolo 39 vuole essere un monito che abbiamo esplicitato noi - sottolinea Luchetta - ma che in realtà vale per tutte le professioni».

Un alert perché ci si renda conto che quanto si scrive sui social non resta chiuso tra “quattro mura” ma può arrivare un po’ ovunque, perché il social network mette in contatto con il mondo.

«Il senso dell’articolo 39 è ovvio - spiega Luchetta- e il messaggio che si vuole veicolare è che si può dire tutto ma in modo elegante ed educato con un tono duro ma non eccessivo. La diffamazione - sottolinea Luchetta - è un reato grave e questo articolo 39 serve per ricordarlo; la conformità alle norme e ai precetti deontologici nell’uso dei social media - aggiunge - non sacrifica l’esercizio dei diritti fondamentali di pensiero ed espressione, ma, anzi, garantisce che tali libertà possano essere pienamente esercitate in ogni contesto in un clima di vicendevole rispetto, lealtà e considerazione».

Il Codice deontologico dei commercialisti, approvato per la prima volta nel 2015 e aggiornato nel gennaio 2019, e ora nel marzo 2021, individua le regole comportamentali cui l’iscritto deve conformare il proprio comportamento, non solo professionale; il mancato rispetto delle norme del Codice comporta l’applicazione delle sanzioni disciplinari, previste dal Codice sulle sanzioni in vigore dal 2017 ed elaborato dai commercialisti per uniformare il trattamento sanzionatorio dei comportamenti a livello nazionale.

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