Adempimenti

Cinema, tax credit anche per i film non in sala

In arrivo 100 milioni, relativi a crediti del 2019. Si lavora per sbloccare l’uscita su piattaforme on demand

di Andrea Biondi

In arrivo 100 milioni, relativi a crediti del 2019, per il tax credit nel cinema e nell’audiovisivo. E nel giro di un paio di settimane il ministero dei Beni culturali dovrebbe produrre quella correzione utile a sbloccare l’uscita di alcuni film italiani sulle piattaforme on demand prima che in sala.

Il cinema italiano si prepara a essere apripista di un test che varrà solo per il periodo di emergenza, ma che d’altra parte rappresenta un passaggio evolutivo importante frutto di un’intesa all’interno della filiera (produttori, distributori, esercenti) che ha come oggetto lo sfruttamento differenziato di alcuni prodotti bypassando le sale, ma condividendo con gli esercenti i ritorni da sfruttamento sulle piattaforme. Del resto ci sono almeno 70 film fermi ai box, impossibilitati a uscire dall’emergenza coronavirus che ha portato alla chiusura dei cinema di tutta Italia. «Di questi – spiega Luigi Lonigro, alla guida dei distributori dell’Anica – una trentina sono italiani. E, fra questi, per 10-12 che abbiamo valutato di medio-piccolo ritorno economico pensiamo all’approdo sulle piattaforme prima che in sala».

Due gli ostacoli sul percorso. Il primo il fatto che si tratta di opere che per usufuire di tax credit e determinati contributi, sulla base del decreto “Esclusioni” del 2017, devono uscire prioritariamente in sala e andare su altre piattaforme dopo 105 giorni. Il secondo nodo sta nella pressione esercitata dall’emergenza coronavirus sugli esercenti dell’Anec guidati da Mario Lorini.

Su quest’ultimo punto è stato trovato un accordo interno alla filiera per distribuire i benefici della distribuzione su altre piattaforme. Quanto ai fondi, Anica e Anec hanno scritto una lettera per richiedere una deroga al decreto Bonisoli per poter accedere ai benefici (tax credit, contributi automatici e selettivi) anche nel caso in cui un film non possa uscire nelle sale cinematografiche. Il tutto solo per la fase emergenziale.

«Il lavoro svolto dai Presidenti (delle sezioni Anica di esercenti, distributori e produttori, ndr.) è stato il frutto di un confronto responsabile ed equilibrato, particolarmente apprezzabile in un momento così difficile per il Paese», commenta il presidente Anica Francesco Rutelli. In un paio di settimane ora, a quanto risulta al Sole 24 Ore, la pratica dovrebbe essere smarcata dal Mibact intervenendo sulla parte del decreto in cui si definiscono le opere cinematorgrafiche. In parallelo sono in arrivo 100 milioni. Che saranno distribuiti in base alle regole vigenti, che sono in via di trasformazione, per arrivare subito a destinazione.

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