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Meno avvisi e controlli, più compliance: così il Fisco telematico deve entrare nella fase 2

È necessario approfittare del momento di crisi e di ripartenza per cercare di fare un salto in avanti

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di Angelo Cremonese

Negli ultimi anni l’uso della tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui Fisco e contribuenti si confrontano e il sesto anniversario della dichiarazione precompilata può essere lo spunto per una riflessione più ampia su dove si possa davvero arrivare in questa direzione.

L’ampliamento a tutti i contribuenti e il varo della precompilata Iva nel 2021 sono gli orizzonti più vicini, ma sono tappe di un percorso che porterà al superamento del concetto stesso di dichiarazione, sostituita da una somma di dati raccolti dall’Amministrazione finanziaria, che provvederà al calcolo dell’imposta, alla comunicazione al contribuente e al prelievo del dovuto dal proprio conto corrente, come già avviene, con modalità analoghe, in Francia e Gran Bretagna e in altri paesi europei.

In questo modo si potrebbe arrivare a considerare l’Autorità fiscale un vero e proprio consulente, che trasforma il suo ruolo di mero controllore, evita gli errori e previene le irregolarità. È soprattutto sul piano della compliance che si potrebbe avere una vera rivoluzione: l’eliminazione di numerosissimi controlli formali e la prevenzione dei fenomeni di evasione in luogo di dispendiosi e complessi controlli di merito. Un’Amministrazione finanziaria che agisca mettendo insieme tutte quelle informazioni digitali, storiche e recenti che già conosce sul contribuente e che provengono da archivi interni e da fonti esterne.

Seguire questa direttrice consentirebbe, fra l’altro, di aiutare i contribuenti, già fortemente provati dalla difficile fase economica in cui siamo entrati e alleviare il loro carico burocratico con una minore invasività dei controlli. Anche sul lato delle risorse pubbliche si avrebbe un beneficio evitando di disperdere energie negli accertamenti a posteriori mirati su piccoli lavoratori autonomi e imprese che sono generalmente improduttivi in un’analisi economica aggregata.

Per comprendere appieno l’importanza del Fisco telematico e sfatare qualche leggenda sul grado di civiltà dei paesi nordici, può essere utile leggere i risultati di uno studio condotto in Danimarca in collaborazione con Skat (l’agenzia delle Entrate danese), che ha coinvolto più di 40mila contribuenti. Questa ricerca mostra come il basso tasso medio di evasione in Danimarca non sia dovuto alla volontà individuale dei danesi di pagare le tasse, bensì dalla loro impossibilità di evadere, dato il diffuso e obbligatorio modello precompilato di dichiarazione dei redditi. È necessario, dunque, procedere spediti in questa direzione e approfittare del momento di crisi e di ripartenza per cercare di fare un salto in avanti, completando gli strumenti normativi e amministrativi per accelerare l’ammodernamento del sistema tributario e delle modalità dichiarative attualmente previste. Questo processo ci aiuterà a uscire dalla crisi, aumentando il grado di equità e di efficienza del prelievo pubblico.