Imposte

Bar e ristoranti, il Mef apre sull’Iva al 10% per l’asporto causa Covid

Question time alla Camera: la vendita di cibi da asporto o consegna a domicilio può rientrare nell’aliquota ridotta

Apertura a sopresa sull’aliquota riodotta Iva al 10% anche per la vendita in asporto di cibi preparati. A metterla nera su bianco è la risposta del Mef, letta dal sottosegretario Alessio Villarosa (M5S), a un question time della Lega (primo firmatario Tarantino) in commissione Finanze alla Camera. In pratica, la risposta precisa che, a causa della situazione attuale prodotta dall’emergenza coronavirus e dalle chiusure totali o parziali delle attività di ristorazione, la vendita di cibi preparati da asporto o con consegna a domicilio possono rientrare nell’applicazione dell’Iva al 10% invece dell’aliquota ordinaria al 22 per cento. A supporto dell’interpretazione, viene citata la sentenza del 10 marzo 2011 della Corte di giustizia nelle cause riunite C-497 e C-502/09. Ma a confermare l’incertezza in materia la Corte è stata nuovamente investita da un giudice polacco nella causa C-703/19, rispetto al trattamento Iva dei casi di asporto in caso di strutture adibite a ristorazione.

In un’altra risposta a un question time di Forza Italia (prima firmataria Porchietto) sui corrispettivi telematici, il Mef segnala che al 31 ottobre erano 1,4 milioni gli esercenti che già adoperavano regitratore telematico i servizi web dell’Agenzia. Quanto allo sviluppo di nuovi sistemi di memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi, lo sviluppo di sistemi evoluti è ancora in corso. L’obiettivo è garantire i requisti di «sicurezza e inalterabilità».

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