Imposte

Il 110% va verso la riduzione dei massimali

Incentivo al 110% alle seconde case, previsto l’accesso al terzo settore e più tempo per gli immobili Iacp

di Marco Mobili e Marco Rogari

Sul superbonus del 110% per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici ci sarà spazio, salvo ulteriori ripensamenti, solo per quattro correttivi: la riduzione dei massimali fissati per i singoli interventi e riconosciuti per ogni unità abitativa; l’estensione dell’agevolazione alle seconde case che dovrà per altro essere una sola; accesso al superbonus anche ai contribuenti del terzo settore; allungamento fino a metà del 2022 per gli interventi effettuati su immobili Iacp. A tagliare fuori le altre numerose modifiche chieste dalla stessa maggioranza di Governo, anche sulla spinta delle associazioni di categoria, è stato il budget ridotto, non più di 800 milioni, messo a disposizione del Parlamento per modificare il decreto n. 34.

La novità dell’ultima ora è la riduzione dei massimali che secondo alcune ipotesi potrebbe riguardare il cappotto termico dell’edificio ed esser differenzia tra condomini con più unità abitative dove il massimale di spesa passerebbe dagli attuali 60mila euro a 40mila per ogni abitazione e condomini con meno soggetti il cui massimale si fermerebbe a 50mila euro.

Lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nella concitata audizione in commissione Bilancio della Camera di mercoledì sera aveva di fatto ridotto al minimo la possibilità di introdurre molti dei correttivi presentati dalla stessa maggioranza e indicati come “supersegnalati”. Correttivi che salvo ulteriori ripensamenti prima dei voti di merito in commissione (attesi non prima della prossima settimana) potrebbero essere destinati a trovare spazio in futuro, ad esempio, nel decreto di luglio e con il nuovo scostamento da circa 20 miliardi che il Governo si appresta a chiedere al Parlamento. E non solo per migliorare il 110% ma soprattutto per sostenere i settori in crisi come turismo e automotive, l’occupazione, Regioni e Comuni.

Restano tagliati fuori così l’estensione del superbonus del 110% alle strutture alberghiere, così come la possibilità di allungare la vita all’agevolazione almeno fino al 31 dicembre 2022. Un correttivo, quest’ultimo, che ora trova anche una spinta in più con l’incertezza che accompagna e accompagnerà per i prossimi mesi l’entrata in vigore dal 1° luglio dello sconto Irpef del 110 per cento. Per altro sempre Gualtieri, questa volta nel question time di ieri al Senato (si veda il servizio in pagina), ha precisato che per l’emanazione delle regole attuative del superbonus il Governo ha deciso di attendere la chiusura del «lavoro parlamentare» sul decreto (per la Gazzetta Ufficiale e l’entrata in vigore delle modifiche parlamentari vorrebbe dire non prima del prossimo 18 luglio).

Le carte si scopriranno definitivamente nel fine settimana. Intanto ieri i tre relatori hanno depositato il loro pacchetto di emendamenti. Anche questi soggetti, già in fase di sola presentazione, alla tagliola: degli oltre 40 correttivi fatti circolare nei giorni scorsi ne sono stati depositati 22 e su questi oggi il presidente della commissione Bilancio, Claudio Borghi (Lega), si pronuncerà sulle inammissibilità, mentre per eventuali sub emendamenti dei gruppi ci sarà tempo fino a domenica pomeriggio.

Tra le novità in arrivo firmate dai relatori la possibilità per le imprese di cedere i crediti d’imposta collegati al «Piano nazionale Impresa 4.0» come quelli per investimenti in beni strumentali, in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e altre attività innovative e in formazione 4.0. Viene cancellato il divieto di cessione in caso di consolidato fiscale e i soggetti beneficiari dei crediti d’imposta indicati ai commi da 184 a 209 dell’ultima legge di bilancio, possono optare per la cessione, anche parziale, dello stesso ad altri soggetti anche diversi dai propri fornitori di beni e servizi, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Tagliati dal pacchetto dei relatori, invece, gli emendamenti per l’estensione del bonus di 600 euro per aprile e maggio ai caregiver, l’esenzione della Tosap anche per gli eventi culturali, l’estensione delle concessioni per il commercio sulle aree pubbliche. Restano fuori anche la garanzia pubblica sui prestiti prima casa per gli over 60, così come la possibilità di emettere bond per la società Sport e Salute Spa.

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