Professione

Commercialisti, presentati gli emendamenti al Milleproroghe

Gli emendamenti elettorali riguardano l’introduzione delle quote di genere nelle liste e l’attività de gli organi in prorogatio

di Federica Micardi

Cominciano ad arrivare le risposte all’appello del Consiglio nazionale dei commercialisti a Ordini, sindacati e Casse di previdenza per l’appoggio agli emendamenti presentati il 28 gennaio al Dl Milleproroghe che mirano a superare lo stallo in cui oggi si trova la categoria, con le elezioni degli Ordini – scaduti a fine 2020 – sospese per il mancato rispetto delle pari opportunità.
Per la verità due emendamenti trattano la questione delle quote di genere e dell'attività degli Ordini in prorogatio; c'è poi un terzo emendamento, slegato dalla situazione contingente dell'impasse elettorale, che mira ad introdurre la figura del commercialista specializzato nell'Albo, sezione A.
I sindacati il 28 gennaio hanno risposto all'appello del presidente della categoria Massimo Miani che ha chiesto a Ordini, sindacati e Casse di previdenza di sostenere l'iniziativa del Consiglio nazionale. E le critiche non sono mancate.
Anche gli Ordini stanno rispondendo al Consiglio nazionale, il 29 gennaio pomeriggio sono arrivate le risposte da oltre il 50% degli Ordini territoriali (che in tutto sono 131), e tra questi - a quanto risulta al Sole 24 Ore - la grande maggioranza ha approvato tutti gli emendamenti, incluso il più discusso, quello sulle specializzazioni. Non si può dire oggi se questo terzo emendamento entrerà nel Milleproroghe, ma è certo che questa richiesta di appoggio da parte del presidente Miani permetterà di avere una panoramica chiara di chi è a favore delle specializzazioni e di chi invece ne diffida.

Il parere dei sindacati

I sindacati di categoria hanno condiviso la risposta inviata al presidente , vediamo in sintesi le loro posizioni. Il terzo emendamento è quello che lascia tutti i sindacati perplessi, compreso chi – come l'Ungdcec – ha sottoscritto i tre emendamenti; le specializzazioni sono un tema molto caro all'attuale presidente Massimo Miani, che però non è riuscito a portarle a casa. Secondo Miani sono necessarie per arginare la deriva di neonati Albi, anche presso i ministeri, per attività specializzate in materie tipiche della professione, le rappresentanze sindacali, però, vorrebbero un confronto maggiore con la base.

L'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili sul terzo emendamento è tranchant, «Da sempre come Unione ci siamo dichiarati favorevoli al concetto di specializzazione,- scrive nella lettera inviata al presidente Miani, il presidente dell'Ungdcec Matteo De Lise - ma questo passaggio certamente deve essere condiviso e declinato molto, molto meglio di quanto è scritto in questo emendamento». Un emendamento che, secondo l’Unione giovani, così come è formulato, lascia spazio a dubbi senza alcuna risposta e a possibili nuove problematiche per i giovani ma più in generale per tutti i dottori commercialisti.

L'Aidc guidata da Andrea Ferrari dà un assenso “condizionato” agli emendamenti proposti: otterranno l'appoggio dell'associazione solo a seguito di un confronto e un approfondimento con gli Ordini, i sindacati e le Casse di previdenza. Nel dettaglio in merito al primo emendamento – relativo alle pari opportunità – l'Aidc si chiede quale possa essere l’esito proprio del processo elettorale già indetto, aspetto che non viene trattato. Il secondo emendamento, che consente ai rappresentanti in propogatio di agire nel pieno del loro potere per l’Aidc «sembra più una proroga sine die, che congela ad libitum l’attuale classe dirigente». Sulle specializzazioni Aidc rileva che l'emendamento presentato è solo l'incipit e che il tema andrebbe affrontato insieme a una riforma non più procrastinabile del Dlgs 139/2005 che regolamenta la professione.

Dal presidente dell'Anc Marco Cuchel arriva l'appoggio ai due primi emendamenti ma non a quello sulle specializzazioni. Per Anc è prioritario sbloccare quanto prima i processi di democrazia interna per consentire il rinnovo dei vertici di categoria. In merio alle specializzazioni secondo Anc il progetto finirebbe per creare ulteriori ostacoli all’interno della professione, senza contrastare in alcun modo la proliferazione di albi o elenchi presso i Ministeri a cui si assiste da tempo. Per questo Cuchel ha chiesto che venissero presentati solo i primi due emendamenti e di lasciare alla prossima dirigenza di categoria la questione delle specializzazioni.

Pollice verso su tutti e tre gli emendamenti dall’Adc guidata da Maria Pia Nucera. Per l'associazione dottori commercialisti il primo emendamento risulta mal formulato perché non risolve la controversia in atto su cui il Tar del Lazio si esprimerà ad aprile, ed è comunque l'unico emendamento che adeguatamente corretto potrebbe trovare l'appoggio del sindacato. Adc aggiunge poi di non condividere – come previsto dal secondo emendamento - il permanere sine die di tutte le attribuzioni previste dalle leggi vigenti a favore del Consiglio nazionale e dei consigli locali. L'emendamento sulle specializzazioni secondo Adc è fuori luogo (la necessità impellente è quella di uscire dallo stallo elettorale), avrà un impatto epocale sulla categoria e non è opportuno che sia portato avanti da un Consiglio a fine mandato.

Il sindacato Unico ha sottoscritto i tre emendamenti proposti dal Consiglio nazionale pur con qualche dubbio sul terzo. Condividendo il percorso verso le specializzazioni intrapreso da tempo dal presidente Miani, esprime, tuttavia, perplessità sulla limitazione prevista per il riconoscimento per comprovata esperienza. «Il numero di specializzazioni che il commercialista può vedersi riconosciute - afferma il presidente di Unico, Domenico Posca - non può essere differenziato dalle modalità di acquisizione per esperienza o formazione».

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