Adempimenti

I rimborsi tagliano i tempi: le Entrate puntano a pagamenti in 40-45 giorni

Nuova procedura dell’Agenzia che prevede l’accredito diretto sul conto corrente o l’assegno vidimato di Poste

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il Fisco punta a tagliare in modo deciso i tempi dei rimborsi. Con la nuova procedura già operativa dal 15 gennaio e ora con l’input arrivato dal decreto rilancio per fronteggiare la crisi economica, l’agenzia delle Entrate punta a smaltire le richieste di restituzione dei crediti fiscali maturati da famiglie, imprese e più in generale partite Iva in un tempo massimo di 40-45 giorni. Dalle imposte dirette all’Iva, dall’Irap alle imposte che emergono dalle dichiarazioni dei redditi o da apposite istanze, le somme chieste a rimborso dal 15 gennaio 2020 hanno imboccato una corsia veloce. Quella prioritaria - modificata dopo 20 anni in cui erano rimaste in vigore le stesse regole - è l’accredito diretto in banca o sul conto postale per quei contribuenti che comunicano all’amministrazione finanziaria un Iban. In alternativa i contribuenti sprovvisti di Iban, o che hanno dimenticato di segnalarne le coordinate alle Entrate, si vedranno recapitare via raccomandata un assegno vidimato emesso dalle Poste. Addio quindi ai vecchi vaglia provenienti dalla Banca d’Italia

Come anticipato, i tempi di esecuzione dei rimborsi, secondo le ultime direttive impartite agli uffici, si dovranno attestare tra i 40 e i 45 giorni. E la crisi sanitaria su questo fronte ha dato un’ulteriore spinta alla semplificazione delle procedure per garantire maggiore liquidità alle famiglie e alle partite Iva.

Sul piano amministrativo non c’è esclusivamente la nuova direttiva impartita alle sedi territioriali dell’Agenzia che illustra le regole in vigore dal 1° gennaio dettate dal decreto del Mef del 22 novembre 2019. Proprio il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha disposto, infatti, in piena ermergenza Covid-19 la lavorazione a distanza di istanze e liquidazioni dei rimborsi fiscali, prevedendo anche la possibilità per i contribuenti di inoltrare domande e documentazione agli uffici con una semplice e-mail e non obbligatoriamente con posta elettronica certificata (Pec).

Sul fronte legislativo, il decreto Rilancio - ora in discussione alla Camera - ha sospeso l’obbligo per l’agente della riscossione di proporre al contribuente che presenta istanza di rimborso la compensazione con eventuali somme iscritte a ruolo. In pratica, chi ha una cartella non pagata non si vedrà decurtare per tutto il 2020 l’importo a debito da un eventuale rimborso spettante.

Non solo. Per tutti quei lavoratori che a causa dell’emergenza sanitaria ed economica rischiano di restare senza sostituto di imposta, o per chiusura dell’attività o per assenza di liquidità che non consente di anticipare il credito fiscale in busta paga, è stata prevista la possibilità di accedere al modello 730 e ottenere la liquidazione di eventuali somme a credito direttamente dall’agenzia delle Entrate. In questo caso i tempi saranno più lunghi e comunque gli accrediti arriveranno solo dopo il 30 settembre, termine ultimo per presentare al Fisco la dichiarazione precompilata.

Ma un impegno concreto sui tempi di erogazione e sulla semplificazione delle procedure viene chiesto anche nella norma sempre del decreto Rilancio che punta a riscrivere gli obiettivi dell’Agenzia nell’ambito della nuova convenzione con il Mef. Nel maggior spazio da destinare alla compliance, sono destinati a entrare anche gli indicatori sui tempi e sulle lavorazioni delle pratiche di rimborso.

Un obiettivo che si ricollega e punta a rendere ancora più efficiente la nuova procedura avviata da inizio anno. Con l’accredito sul conto corrente il percorso dal Fisco al contribuente diventa più lineare e quindi più veloce. Tuttavia per chi decide di ottenere la somma spettante attraverso l’assegno vidimato dalle Poste ci sarà la possibilità di andare all’incasso in contanti presso gli sportelli postali oppure di riversarlo sul proprio conto corrente.

L’assegno vidimato viaggerà con raccomandata e il suo iter sarà sempre tracciabile sul sito delle Poste sia dall’amministrazione finanziaria sia dal contribuente. Il titolo di pagamento conterrà il nome del beneficiario, l’importo da incassare e l’ordine di pagamento a carico del ministero dell’Economia e delle Finanze. In ogni caso, il pagamento in contanti nelle mani del contribuente sarà effettuato solo dietro la presentazione del titolo originale. Nonostante la velocizzazione, resta comunque una procedura ben formalizzata lontana dai vari tentativi di truffa ai danni dei contribuenti messi in atto online e da cui l’Agenzia ha invitato più volte a diffidare.

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