Adempimenti

Conservazione delle fatture del 2019, caricamento possibile anche dopo il 10 marzo

Mercoledì il sito delle Entrate ha subito rallentamenti a causa dell’alto numero di accessi. Uno spiraglio «tecnico» per i ritardatari

di Federica Micardi

La sezione delle fatture e corrispettivi dell’agenzia delle Entrate nella giornata di mercoledì 10 marzo ha subito dei rallentamenti a causa dell’eccessivo numero di accessi, ma - assicurano dalle Entrate - nessun blocco, come invece segnalato da alcuni sindacati dei commercialisti. Un rallentamento risolto nel pomeriggio – spiegano ancora dall’Agenzia - attraverso l’ottimizzazione del front end. La causa? Proprio il 10 marzo era l’ultimo giorno per completare la conservazione delle fatture elettroniche del 2019.

I sindacati dei commercialisti in questi giorni hanno sollevato il problema dell’imminente scadenza della conservazione sollecitati dalla base e chiesto a gran voce una proroga, che per essere concessa ha comunque bisogno di un supporto normativo; in pratica l’agenzia delle Entrate non può concedere più tempo, ma serve una norma ad hoc. E neppure le Entrate possono attingere alle informazioni transitate dallo Sdi, il sistema di interscambio, perché il Garante della privacy, a fine del 2018, a ridosso della partenza ufficiale della fatturazione elettronica B2B (1° gennaio 2019), ha posto una serie di paletti alla consultazione che solo lo stesso Garante può rimuovere.

Il problema, comunque, per qualcuno c’è e riguarda i professionisti che hanno deciso di utilizzare il servizio gratuito messo a disposizione delle Entrate in corso d’anno; la conservazione automatica delle fatture, infatti, viene garantita – come indicato nel contratto di servizio delle Entrate - dal giorno successivo all’adesione del servizio; per il periodo precedente l’adesione, invece, la conservazione va richiesta per ogni singola fattura.

A discolpa dei ritardatari i sindacati sottolineano che la categoria in quest’ultimo anno è stata sommersa dai tanti nuovi adempimenti legati al Covid-19 che vanno ad aggiungersi all’ordinaria amministrazione e alle problematiche connesse al lockdown.

Ma, superata la data del 10 marzo, cosa si può fare? Spiega Bonfiglio Mariotti, presidente di AssoSoftwer , l’associazione che rappresenta i provider privati di fatturazione elettronica e di conservazione: «Chi non è riuscito a caricare le fatture entro il 10 marzo può tecnicamente caricarle nei giorni successivi, sia sul sito dell’agenzia delle Entrate sia con i provider privati; inoltre – ricorda Mariotti - non sono previste specifiche sanzioni per la conservazione tardiva». Ad essere sanzionata, insomma, è la mancata conservazione.


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